Il test di lungo periodo dimostra la solidità delle polizze. Ma attenzione ai costi. In media hanno reso il 5,3% netto, con punte del 6,4%. Ma con i tassi bassi ripetersi è una missione impossibile
Cinque fondi con rendimenti netti che in un ventennio hanno superato o sfiorato il 6% medio annuo. CorrierEconomia presenta i capitani di lungo corso fra le gestioni separate. Un periodo in cui sui mercati finanziari è successo di tutto, dalla svalutazione della lira alla bolla speculativa di Internet al crac di Lehman Brothers, sino alla recente tempesta che ha investito i titoli governativi.
Le gestioni separate garantiscono il consolidamento dei risultati (le performance acquisite vengono definitivamente riconosciute al sottoscrittore), e un minimo annuo garantito o, quantomeno, la restituzione dei premi versati. I titoli in portafoglio sono contabilizzati al prezzo di acquisto e non in base al valore di mercato, e questo sistema permette di ridurre notevolmente la volatilità e offrire una buona stabilità dei risultati.
I numeri
Al primo posto figurano due fondi di Zurich Italia, Vita vis e Minervir, rispettivamente con il 6,4% e 6,3% medio netto a vent’anni, seguiti da Caf di Fideuram Vita con il 6,2%, Fondo soci di Sara Vita e Fata Invest di Fata Vita (gruppo Generali) con il 6%. A vent’anni il rendimento medio netto delle rivalutabili è stato pari al 5,3% l’anno, contro il 7% dei Btp, il 4,1% dei Bot e il 2,6% dell’inflazione. Considerate le diverse caratteristiche, sarebbe fuorviante un confronto basato solo sulle performance. Il buon risultato di squadra di Zurich Italia è completato dai rendimenti a dieci anni: dopo Caf di Fideuram Vita (primo con il 4,8% medio netto annuo), al secondo posto figura Vip, con il 4,3% e all’ottavo ancora Minervir, con il 3,9% medio annuo.
A dieci anni le rivalutabili hanno offerto un rendimento medio netto del 3,4% l’anno, contro il 4,2% dei Btp, il 2,3% dei Bot e il 2,2% dell’inflazione.
«In questi anni abbiamo cercato di essere anticiclici e andare in controtendenza rispetto all’andamento dei mercati — spiega Manfredi Rosso, responsabile investimenti di Zurich Italia —. E quest’approccio ha funzionato in particolare sui titoli governativi italiani, su cui siamo ritornati quando gli spread si sono allargati e hanno superato quota cinquecento. Un’altra scelta vincente è stata quella di sotto-pesare i titoli finanziari, che dalla crisi di Lehman Brothers in poi hanno sofferto molto più degli altri, e non solo in Italia». Scelte che, comunque, si sono rivelate vincenti.
«Siamo in grado di offrire rendimenti in linea con quelli dei titoli di Stato italiani — sottolinea Rosso — proteggendo il risparmiatore dalla loro volatilità. I titoli italiani rappresentano circa il 2% degli investimenti complessivi: un ipotetico rischio Italia, quindi, avrebbe un impatto trascurabile».
L’anno in corso
Quali sono per il 2013 le previsioni di rendimento? «I primi mesi stanno andando abbastanza bene — risponde Rosso —. E per fine anno mi aspetto qualcosa in più rispetto al 2012».
Al 31 marzo scorso, il fondo Vis aveva un patrimonio di 1,2 miliardi di euro, investito per il 74% in Btp, il 9% in Bund, il 7% in azioni e la quota restante in altri impieghi. Minervir, invece, ha attivi per 310 milioni di euro, con il 68% in Btp, il 17% in Bund e il 6% in azioni.
Autore: Roberto E. Bagnoli – CorrierEconomia