Rilanciamo quanto pubblicato oggi dal profilo Facebook di UNIA (Unione Nazionale Intermediari Assicurativi); si tratta della risposta dell’ex presidente SNA, Giovanni Metti, alla newsletter n.5 di ANAPA ed al suo Presidente Vincenzo Cirasola in merito ad alcuni dei contenuti riportati nella comunicazione da parte dell’associazione di categoria
“Caro Vincenzo,
mi accingo a scriverTi perchè, dopo la diffusione della Tua Newsletter del 22 maggio 2013, ritengo che il vaso “delle imprecisioni” sia colmo.
Come a Te noto non ho mai voluto rispondere ai Tuoi molteplici attacchi che,dal giorno successivo la mia elezione, sono stati indirizzati alla Giunta da me guidata per non alimentare uno sterile dibattito che avrebbe avuto solo un retrogusto polemico e soprattutto non avrebbe portato alcun giovamento alla categoria afflitta da ben altri problemi.
Ma dopo la summenzionata Newsletter sono costretto – mio malgrado – ed anche per onorare l’impegno profuso da centinaia di colleghi affinchè la “protesta SNA” avesse un seguito – a ricordarTi che:
1. le Azioni Sindacali sostenute sotto la mia Presidenza SNA sono state un grande atto sindacale che ha qualificato “l’AGENTE” presso l’opinione pubblica, le autorità, le associazioni e la politica come “figura indispensabile”al servizio della collettività.
2. Il Comitato dei Gruppi Aziendali con voto unanime (compreso il Tuo) deliberò pieno sostegno “almeno in quella fase” all’intero “programma di lotta”
3. lo stesso avvenne sia nel Comitato Direttivo ed ancor più nel Giro d’Italia dove furono totalitarie le manifestazioni di entusiasmo e di sostegno.
L’Ania di fronte a tale nuova strategia di “contrasto” si preoccupò al punto tale che si era aperto al suo interno un fronte favorevole ad un confronto con lo SNA.
Poi cosa è successo nel Congresso del febbraio 2011 di Roma è noto a tutti.
Il primo giorno abbiamo respirato un’aria di grande entusiasmo con la presentazione delle firme, ben più delle 500.000 che avevamo come obiettivo , pronti a passare alla seconda fase di azione sindacale.
Il secondo giorno di Congresso purtroppo ed in maniera veramente inspiegabile, un missile è partito dalla Santa Alleanza Cirasola, Barin/Demozzi.
Non voglio più commentare quell’azione, i risultati sono sotto gli occhi di tutti; da quella Santa Alleanza, cosa è nato:
- Da un lato un nuovo sindacato da Te capeggiato che vi vede gli uni, guarda caso, contro gli altri;
- Dall’altro uno SNA in grave difficoltà pieno di lotte intestine.
Siamo arrivati al punto che l’ANAPA e lo SNA si contendono la paternità dell’invito dell’ANIA semprechè vengano accettate le condizioni da lei poste, cito testualmente:
“Successivamente al nostro prossimo Comitato Esecutivo del 21 maggio, sottoporrò alle Organizzazioni rappresentative degli agenti che risultassero realmente interessate a confrontarsi con l’ANIA in modo costruttivo e coerente con la natura e le caratteristiche dell’attività di intermediazione agenziale le possibili date per un primo incontro esplorativo”
(dalla lettera del 06 maggio 2013 del presidente ANIA a Te inviata).
Non mi pare che in quell’invito ci sia la pari dignità, ma solo una parte decide quando i contenuti sono costruttivi e coerenti.
Caro Vincenzo,
chi ha l’onore e l’onere di rappresentare una categoria più che cercare colpe altrui dovrebbe dare sempre e soltanto soluzioni.
Spero profondamente che con l’ANIA saprete aprire una trattativa solida e ben argomentata perchè da quel che ho letto, i presupposti sono deboli e porterebbero, in maniera irreversibile, al declino della nostra categoria e dei nostri sogni.
Tuo
Giovanni Metti“
Intermedia Channel
… sogni ?!
Eloquente la chiusura della lettera di Metti .
Sogni.
Buonanotte a chi voglia continuare a sognare .
Ah però! Ci vuole molta fantasia a spacciare per interesse della categoria il proprio rancore personale!
Nella lettera saltano fuori le dinamiche e le criticità che ostacolano la crescita di un gruppo, di una comunità, i personalismi e la competizione, così come, evidentemente, si è caratterizzato l’ultimo periodo di gestione dello SNA.
I comportamenti delle persone e le relazioni che tra di loro intercorrono all’interno dei gruppi di lavoro di aziende e di società in genere, si descrivono meglio se traslati metaforicamente al mondo dello sport, prendendo ad esempio una squadra di calcio in cui solo 2 su 11 giocano contro la squadra avversaria per vincere la partita, gli altri sono in competizione tra di loro, giocano per se stessi.
Ma allora perché dare tanta enfasi a questioni personali, smerciandole per faccende d’interesse planetario per attaccare Anapa e il suo presidente?
Sono bastati 6 mesi ad Anapa per dimostrare con i fatti di essere una squadra vera. Vicini agli interessi degli Agenti.
Anapa ha la consapevolezza di essere una squadra che gioca per la vittoria della partita, composta da giocatori tutti responsabili del proprio ruolo e dell’obbiettivi da perseguire nell’interesse degli Agenti, di giocatori che non sono in competizione tra di loro.
Cosa fa più paura e non fa dormine sonni tranquilli in questo nuovo clima di interesse e di partecipazione nella categoria, la riapertura delle relazioni industriali con ANIA o le associazioni (ANAPA-SNA-UNAPASS) di categoria che si incontrano?
Paura forse che il pensiero, il lite motive di Anapa, possa essere contagioso?
Ma siamo sicuri che le relazioni con ANIA si riaprano ?
Certo che queste “faide” mi sembrano più volte al protagonismo degli ex, che all’utilità programmatica che razionalmente si dovrebbe inventare per riuscire a chiudere il cerchio sui bisogni degli “intermediari” che pur di arrivare a fine mese, sono disposti e rassegnati a subire ed accettare le arguzie oratoriesterili, di queste persone, che fanno solo ed esclusivamente i loro comodi, passando su tutto e su tutti indifferentemente pur di “apparirema non ad essere”.
Alla nascita dell’ ANAPA, avevo già considerato questa “dicotomia”, una sconfitta frammentaria delle forze, che sopratutto in questi momenti dovrebbe essere unica ed “unita” per spirito di soppravvivenza corporativo, che negli anni passati ha funzionato.
Capisco daltronde la felicità di qualche diregente dell’ANIA, che con goduria unica dà il senso dell’apertura all’armata branca…, e questo “Life motiv”, e da attribuire alle fantomatiche e sterili messe in scena , che in questi anni ci hanno portati ad uno smembramento professionale, che ci porterà (se non corretta), alla disfatta della categoria.
Questi colleghi dovrebbero serenamente e seriamente, meditare sul loro operato.
E “noi Tutti”, prima di concedersi a questi giochi, verificare se il rapporto è almeno protetto, per non avere in futuro una terribile pandemia-epidemia, che ci sconfiggerà.
Bene Gianpaolo, di certo abbiamo capito che sei uno dei 9 giocatori che scendono in campo non per vincere la partita, ma per competere con i propri compagni di squadra.
Giochi per te stesso.
No!…Angelo,
Io, così come stanno andando le iniziative (sono poi sempre le stesse da anni, per capirci da quell’Angelo, che rivoluzionò non poco l’allora ingessatura professionale, dandoci quell’autonomia, scuotendoci dal torpore-timore di essere ancora degli speudo-venditori, in quella che avrebbe dovuto essere oggi una autonoma professione, con tutti i parametri societari:(quasi sempre società di persone, e non di capitali…..).
La squadra deve avere le caratteristiche consone a tutti i partecipanti, e non solo a pochi protagonisti, che si arrocano con delle manovre di dominio mentale, inviando degli imput da super, solo perchè si reputano dei grandi manager che hanno gli agganci giusti, ma non risolvono, si accordano, inciuciano pur di arrivare ad avere un qualcosa da sottoporre alla plebe, dichiarandosi comunque e sempre alla bisogna, la migliore soluzione……
L’evidenza ci dice che comunque la crisi economica europea deve ancora iniziare, mentre la crisi di identità nostrana incomincia ad essere assuefatta degli umori di costoro, che rivendicano solo per protagonismo di apparire, ma non per risolvere i cosidetti “Tutti i bisogni-professionali che ci affliggono…).
Forse ci sarebbe un assoluto il bisogno per semplificare, e per avere certezza-chiarezza professionale, vi fosse una unica grande, potente, insormontabile “CONDUZIONE”.
Caro Gianpaolo, al di la delle opinioni personali, per trarre qual’cosa di costruttivo dal confronto tra le persone occorre seguire dei criteri, delle regole.
La pianificazione e la programmazione è vitale alla buona riuscita di un progetto, per liberarsi dalle problematiche che quel progetto potrebbe concepire.
Vale a tutti i livelli. Pensiamo ai vari Decreti Legge (stabilizzazione, crescita, sviluppo, e chi ne ha più ne metta), quante difficoltà di attuazione hanno fatto registrare successivamente alla entrata in vigore! Se fossero state affrontate tutte le possibilità concrete di applicazione (2° step), molto probabilmente non si sarebbero presentate tutte quelle criticità che sembrano irrisolvibili.
Questo per chiarire che per evitare l’insorgenza di problematiche, occorre sottoporre il progetto al suo sviluppo secondo 3 step predeterminati necessari e senza i quali nessun progetto potrà mai avere successo:
l’elaborazione dell’idea (1° step);
come metterla in pratica, la sua realizzazione( 2° step);
il confronto tra i soggetti interessati (3°step).
Tutto ciò per esprimerti il mio parere personale secondo il quale criticare a priori (3 step) senza avere sviluppato le altre due fasi (1° step: di cosa parliamo – 2° step: come realizzare nel concreto l’idea), significa cancellare dalla faccia della terra qualsiasi possibilità di riuscita del progetto stesso.
Partiamo da alcuni punti fermi: la squadra (e per squadra io intendo tutti gli Agenti di assicurazione, iscritti ANAPA, SNA, UNAPASS, ma principalmente quelli non iscritti a nessuna associazione) deve scendere in campo con in mente il solo ed unico obiettivo di vincere la sua partita giornaliera per la redditività della propria attività economica, della propria impresa-agenzia.
Attraverso la tutela dei propri interessi in armonia con quelli degli altri stakeholder del mercato (compagnie e assicurati), secondo il principio di sostenibilità.
E NON CON PERSONALISMI O IN COMPETIZIONE CON GLI ALTRI COMPONENTI DELLA SQUADRA!
A noi Agenti la responsabilità creare le condizioni affinché cresca la consapevolezza di appartenere tutti ad una stessa squadra. A noi Agenti la voglia di crederci.
Magari favorendo relazioni attorno ad un progetto comune come un tavolo di lavoro preparatorio per l’incontro con ANIA.
Insomma, le relazioni si instaurano facendo qualcosa insieme, attorno a progetti comuni.
Dobbiamo imparare a farlo rinunciando alle nostre idee in favore di quelle migliori, anche se di altri colleghi.
In ultimo dissento categoricamente la necessità “..vi fosse una unica grande, potente, insormontabile CONDUZIONE”.
Se non accettiamo la diversità di opinioni, l’armonia degli opposti, come una ricchezza per tutti, siamo destinati all’insuccesso su tutti i fronti.
Voglio ricordare che quando le persone sono tra di loro molte volte d’accordo sui temi trattati, ne basta una sola! Tutte le altre sono inutili.
Come ovvio, sono solo miei pareri personali.