A un lustro dal default le index garantite da Lehman sono state quasi tutte ristrutturate. Ecco come e da chi
A cinque anni dal crack di Lehman non si sono ancora completamente concluse le transazioni messe in atto per rimborsare gli ignari clienti delle 62 polizze index linked censite dall’Isvap (oggi Ivass) che avevano come sottostante bond della Lehman Brothers. E il rischio controparte era quasi sempre a carico degli assicurati. Tra le prime a intervenire lanciando un salvagente ai risparmiatori fu Mediolanum, una delle compagnie più coinvolte con 25 polizze (di cui 15 già scadute e rimborsate) per un totale di 12.463 clienti (pari a 203 milioni di euro di premi). «Già nei giorni successivi al crack, e pur in assenza di vincoli contrattuali, Mediolanum annunciò la sostituzione gratuita dei bond Lehman con altri emessi da primarie istituzioni italiane, che avrebbero consentito alle polizze trasformate di arrivare senza perdite alle scadenze originariamente previste – spiega Massimo Doris, amministratore delegato Banca Mediolanum – un’operazione costosa: 120 milioni l’esborso stimato, oggi ridotto a 85 a seguito del modesto recupero di valore delle obbligazioni originali». Un costo coperto interamente dai due soci di maggioranza (gruppo Doris e Fininvest).
Tra le prime anche Unipol. Le compagnie del gruppo Ugf (Unipol e Aurora) avevano in portafoglio poco meno di 12.000 contratti index “Lehman“, per un valore nominale complessivo pari a circa 185 milioni. La garanzia del Gruppo Unipol non prevede la trasformazione dei contratti originari, ma un’integrazione da parte della compagnia alla naturale scadenza. Molto più colpita dal crack anche Cnp Unicredit Vita che aveva ereditato dalla ex Roma Vita ben 13 emissioni di index “Lehman“, alcune delle quali oggetto di contenzioso anche per la presenza di clausole di salvaguardia, seppure ambigue. L’iniziativa proposta da Cnp UniCredit Vita ha riguardato circa 25.000 clienti sottoscrittori per un importo nominale complessivo di circa 572,6 milioni di euro.
Dopo il pressing Isvap anche altri gruppi sono andati incontro ai clienti. Zurich ha offerto ai clienti la possibilità di trasformare la polizza Zurich Maextra in una polizza vita a termine fisso con prestazioni garantite dalla compagnia che scadrà 31 dicembre 2015, quando verranno restituiti agli assicurati i premi iniziali pagati (circa 136 milioni) dedotti di eventuali riscatti e cedole. Per le index emesse da FonSai e Milano Assicurazioni non sono state necessarie ristrutturazioni, visto che prevedevano la copertura del rischio controparte da parte della compagnia stessa. Un obbligo che poi è stato imposto dall’Isvap (oggi Ivass) per tutte le index di nuova generazione.
Tuttavia, secondo la ricognizione di «Plus24», ci sono risparmiatori a cui è andata peggio. Per le 206 polizze della compagnia Axa Interlife (vendute tramite sportelli bancari, per premi pari a 2,1 milioni) non è stata prevista alcuna operazione di recupero e, alla scadenza, si sono dovuti accontentare del valore di rimborso. Mentre salvagenti sono stati lanciati da Axa, ai clienti degli agenti di Axa Assicurazioni possessori della polizza Axa Doppio Coupon, con un’esborso da parte della compagnia di 9,2 milioni di euro. Ben più salato, 30 milioni di euro, è stato il conto pagato da Axa-Mps e dalle banche collocatrici per trasformare due polizze garantite da Lehman (Doppia Chance e Equity Basket) emesse dalla ex Quadrifoglio Vita.
Autore: Federica Pezzatti – Plus24