Opinione della Settimana

Più rischi con le meganavi

Il gigantismo navale pesa sulle performance delle assicurazioni. Secondo i dati Iumi, cresce l’offshore, mentre il ramo corpi e macchine rimane tecnicamente in perdita. Cresce in Italia il business di Swiss Re

Assicurazioni - Trasporto marittimo ImcIl gigantismo navale fa sentire i suoi effetti anche sul mercato assicurativo. Al crescere della dimensione e del valore finanziario delle navi, aumenta infatti anche l’esposizione degli assicuratori sia per le copertura corpi e macchine sia per le merci trasportate. Di questo si è parlato in occasione dell’ultima assemblea di IUMI (l’associazione internazionale degli assicuratori marittimi) a Londra alla quale hanno preso parte anche diversi operatori italiani. Tra questi Andrea Cupido, vertice di Swiss Re Corporate Solutions a Genova, che a MF Shipping & Logistica ha detto: «Fra i temi più attuali per il comparto delle assicurazioni marine c’è senza dubbio la dimensione crescente delle navi, in particolare delle portacontainer, dove un ipotetico incidente su un’unità da 18.000 TEUs potrebbe comportare un sinistro totale da un miliardo di dollari fra danni alla nave e alle merci». Qualcosa di simile è successo recentemente alla nave MOL Comfort il cui incidente costerà quasi 400 milioni di dollari tra coperture corpi (90 milioni dollari) e merci (300 milioni).

All’assemblea IUMI si è parlato anche del sinistro relativo alla Costa Concordia che, di fatto, ha spiegato Cupido, «non ha comportato rincari significativi per gli armatori sulle coperture corpi da parte delle compagnie assicurative. E questo per il noto eccesso di offerta presente ormai da anni sul mercato assicurativo nel ramo corpi e macchine». Ci sono infatti troppi assicuratori e premi bassi rispetto a quello che l’equilibrio di mercato richiederebbe, tanto che per il 17° anno consecutivo il total loss ratio (il rapporto tra i sinistri pagati e i premi incassati durante l’ultimo esercizio) rimane sopra l’80% (era al 95% nel 2012).

«Questo significa che in pratica le compagnie assicurative dal punto di vista tecnico stanno perdendo soldi nell’assicurare gli asset navali, ma in realtà il business rimane nel complesso conveniente se si considerano anche le coperture dei riassicuratori, la complementare presenza nel ramo merci, il mix geografico di coperture», ha aggiunto Cupido, che personalmente si trova a capo di un ufficio il cui business quest’anno è in crescita: «Il nostro ufficio, responsabile per il mercato italiano delle coperture merci e per l’Europa nel segmento corpi e macchine, ha chiuso il 2012 (sei mesi d’attività) con una raccolta premi di circa 15 milioni di dollari mentre il 2013 sarà archiviato con circa 30 milioni. Le prospettive per i prossimi anni sono di ulteriore crescita e infatti prevediamo anche di aumentare l’organico».

A livello generale il mercato mondiale delle assicurazioni nel comparto Global Marine Insurance risulta in costante crescita. Secondo le statistiche IUMI, è stata raggiunta nel 2012 quota 33,05 miliardi di dollari di premi (+4,95% rispetto al 2011).

Autore: Nicola Capuzzo – Milano Finanza (Estratto articolo originale)

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