Macina profitti la compagnia posseduta dal Tesoro
Utile netto a 327,1 milioni, in aumento del 52,7% rispetto ai 214,2 milioni registrati al 30 settembre 2012, premi lordi a 207,6 milioni, in forte crescita rispetto ai 114,5 milioni registrati al 30 giugno 2013. Sono alcuni dei risultati di Sace (nella foto, la sede) relativi ai primi nove mesi del 2013. Ieri il consiglio di amministrazione ha esaminato la relazione trimestrale al 30 settembre 2013. Da gennaio a settembre i sinistri sono ammontati a 203,8 milioni, in significativo aumento rispetto ai 64,7 milioni del terzo trimestre del 2012, riferiti in larga parte a indennizzi corrisposti ad aziende italiane per esportazioni in Iran, dove le controparti locali non riescono a onorare i debiti per effetto delle sanzioni internazionali che hanno portato alla chiusura pressoché totale dei canali di pagamento. Il risultato del conto tecnico è stato pari a 251,2 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 97,3 milioni del terzo trimestre dello scorso anno.
Sulla compagnia – attiva nel capo delle assicurazioni sul credito è presieduta da Giovanni Castellaneta e guidata da Alessandro Castellano – da alcune settimane si sono accesi i fari del governo in cerca di risorse per ridurre il maxi debito. Nel perimetro delle partecipazioni collocabili teoricamente sul mercato figurano infatti le Fs (stimate circa 36 miliardi) e Poste Italiane (3,4 miliardi), tra le più appetibili a giudicare dal successo delle ultime emissioni obbligazionarie e dai collocamenti realizzati da altre aziende postali in Europa. A sua volta la Rai, secondo una valutazione di Mediobanca, potrebbe fruttare fino a 2 miliardi, ma siamo sempre nel campo del teorico. Più probabile invece il collocamento anche parziale di Sace, partecipata al 100% dal Tesoro, vista anche la sua valutazione suoeriore a 6 miliardi.
Fonte: Il Messaggero