Tagli ai compensi delle officine di autoriparazione dal decreto «Destinazione Italia». «Siamo al ricatto: tagli della remunerazione del lavoro dell’autoriparatore dal 30% al 50%; ed una selezione discriminatoria delle officine da parte delle assicurazioni. Saranno costrette a chiudere migliaia e migliaia di officine», è la denuncia della Confederazione nazionale Artigiani.
La Cna di Avellino ha incontrato il senatore Cosimo Sibilla e i parlamentari Giuseppe De Mita, Giancarlo Giordano, Valentina Paris e Carlo Sibilla per esprimere le preoccupazioni dei carrozzieri irpini a seguito della adozione, da parte del governo, del decreto legge «destinazione Italia» nella parte in cui procede al riassetto in materia di assicurazione Rc Auto.
«L’insieme di novità normative che si introducono – ha sottolineato ai presenti Onofrio Catalano, responsabile del settore – vengono presentate come un intervento necessario, per calmierare i costi del comparto. Sembra una misura che abbassa gli esosi costi di polizza a tutto vantaggio dell’utente. Ed è così che la lobby delle assicurazioni presenterà la novità. Peccato che non sia così: il risarcimento in forma specifica, così come introdotto dal decreto, è assolutamente irrilevante rispetto alla eliminazione della differenza di costo della Rc Auto, rispetto agli altri Paesi europei, e scarica i suoi effetti negativi dirompenti non solo su chi tale taglio è chiamato a subire, le officine di auto-riparazione, ma anche sull’utente, sotto forma di riduzione della sicurezza del veicolo riparato». Secondo il sindacato il provvedimento consentirà di costituire un polo unico dell’autoriparazione, un vero e proprio monopolio con il controllo anche del mercato dei pezzi di ricambio. Già oggi, dietro le quinte di una normativa ancora non definitivamente approvata, è partita una contrattazione dura delle assicurazioni con gli autoriparatori. Se l’artigiano non vorrà chiudere la sua officina, sarà costretto a recuperare margini cercandoli nelle modalità di esecuzione dei lavori: minore accuratezza; raffazzonamento, a tutto scapito non tanto del risultato estetico finale, ma della qualità della riparazione; a tutto scapito della sicurezza.
«Oggi noi paventiamo il pericolo che, di fronte alle condizioni capestro delle assicurazioni, chi sarà costretto a convenzionarsi avrà la necessità di quadrare i conti e sarà tentato di farlo proprio utilizzando in parte canali di questo tipo che già esistono, di rivolgersi a lavoratori che non saranno assunti regolarmente, né assicurati: un bel contributo alla irregolarità ed alla precarietà», conclude la Cna.
Fonte: Il Mattino Avellino