L’uomo sostiene che l’assicurazione non ha pagato 92mila euro. La replica: non è così, siamo sempre stati pronti a saldare il debito
Anche nel 2014 Davide riesce a spaventare Golia. Un giostraio di Forlì, con in mano un provvedimento immediatamente esecutivo firmato dal giudice civile, ha chiesto e ottenuto il pignoramento di parte degli elettrodomestici della mensa del colosso assicurativo Generali, a Mogliano. Mensa che però è rimasta operativa. Il motivo? Il giostraio, da qualche mese, attende da Generali la liquidazione di un premio assicurativo di 92mila euro.
Tempo fa l’imprenditore forlivese, assistito dall’avvocato Corrado Dragoni, aveva subito il furto di una giostra per bambini, assicurata con Generali. In base alla polizza e ai successivi accertamenti, l’assicurazione avrebbe dovuto sborsare 92mila euro al giostraio, anche alla luce della sentenza pronunciata nel novembre 2012. «Ma ancora oggi – spiega l’avvocato Dragoni – il cliente non ha visto il becco di un euro. Abbiamo così provveduto a notificare il precetto a Generali e poi, tramite l’ufficiale giudiziario, a pignorarle la mensa della sede moglianese». Ma il giostraio e l’avvocato Dragoni sono pronti a rendere ancora più aspra la battaglia. Se non dovesse arrivare velocemente il pagamento del danno sulla base della polizza furti sottoscritta, sono pronti a chiedere l’insolvenza e il fallimento di Generali.
Sembra una storia ai confini della realtà. Ma intanto Generali, attraverso i propri legali, ha provveduto – nonostante i forti dubbi sulla vicenda – a presentare un’opposizione al sequestro, sostenendo di essere sempre stata disposta a saldare il “debito“. Non solo. Gli elettrodomestici pignorati hanno un valore molto superiore ai 92mila euro pretesi dal giostraio.
La vicenda, da quanto filtrato, presenterebbe ulteriori aspetti paradossali. Quando l’ufficiale giudiziario si è presentato negli uffici moglianesi, l’addetto incaricato dalle Generali avrebbe immediatamente messo mano alla cassa. «Ecco qui assegni per 92mila euro», sarebbe stata la contromossa. Ma l’assicurato avrebbe risposto picche, pretendendo denaro sonante e contante. «Non possiamo farlo, violeremo le norme antiriciclaggio che vietano pagamenti in contanti per somme così elevate». Niente da fare. Il giostraio non ha voluto sentire ragioni, facendo scattare il pignoramento di frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici della mensa. Il risultato? Un polverone destinato probabilmente a dissolversi.
Autore: Roberto Ortolan – Il Gazzettino (Estratto articolo originale)