I pf sostengono gli appelli di Assoreti, Anasf e Assosim
I promotori finanziari si ribellano alla proposta della Banca d’Italia di mettere un tetto agli stipendi imponendo il rapporto 1:1 tra quota ricorrente e quota non ricorrente della remunerazione. Dopo gli appelli e gli interventi di Assoreti, Assosim e Anasf ora sono gli stessi pf che dicono no ad un livellamento della remunerazione.
“Limitare il compenso a chi sostiene un rischio nella propria attività, credo sia la solita inutile e dannosa ingerenza da parte di chi poco sa o nulla capisce di mercato e di compensi“, afferma un professionista iscritto alla business community AdvisorProfessional dove si è acceso il dibattito intorno al tema remunerazione e ai nuovi limiti che potrebbero arrivare con la direttiva CRD 4.
“Se ci vogliono a tutti i costi far diventare dei “bancari”… allora credo che anziché evolversi si torna all’origine“, ribadisce un altro promotore finanziario che insieme a molti degli 8.000 pf iscritti ad AdvisorProfessional ha partecipato al sondaggio lanciato il 15 gennaio scorso.
Alla domanda: “Condividi l’appello di Assoreti a eliminare il rapporto 1:1 alla remunerazione?“, ben 7 promotori finanziari su 10, tra coloro che hanno partecipato, rispondono positivamente e si dichiarano d’accordo con Assoreti, Ascosim e Anasf a non voler assistere ad una nuova imposizione anti-pf.
Ma non mancano le voci contrarie e c’è anche chi propone un tetto: “si potrebbe porre un tetto alla parte variabile, al fine di creare anche per i promotori una retribuzione fissa calcolata in base alla produzione ed al portafoglio medio degli ultimi tre anni“, afferma un pf.
Fonte: Advisor Online (Articolo originale)