Ogni anno il consumatore che vuole tutelarsi e, perché no, anche avere un occhio di riguardo per il proprio portafoglio, deve pensare a scegliere una vantaggiosa assicurazione auto per proteggersi in caso di incidente: tuttavia è giusto pensare che eventi spiacevoli possono verificarsi non solo quando si è alla guida, ma anche sul divano di casa.
Dalla fine degli anni Sessanta, infatti, la polizza assicurativa è non solo obbligatoria per legge, per quanto riguarda la responsabilità civile per le auto, ma anche una tutela irrinunciabile che accomuna ogni italiano al volante. Tuttavia lo stesso non accade con altre assicurazioni altrettanto importanti, e forse anche di più, come per esempio quelle da stipulare sulla casa di proprietà, un bene materiale cui si dovrebbe di certo pensare in tali termini.
Ne parla in questi giorni Roberto Manzato, direttore generale dell’Ania, che parla proprio del basso tasso di polizze assicurative sulla casa stipulate e ci spiega anche il perché, sostenendo che vada fatto un lavoro di sensibilizzazione sul cittadino, che non pensa mai all’eventualità di una calamità sulla sua casa.
Da dati statistici invece questo rischio risulta piuttosto frequente, basti pensare alla Sardegna, ma anche a tutta Italia, a causa dell’elevata esposizione del nostro Paese a tali eventi.
In Francia ad esempio, l’assicurazione sul bene immobile è resa obbligatoria da una legge, ma vale anche per altri paesi europei: del resto, la Commissione Europea ha sentito il bisogno, non molto tempo fa, di realizzare il cosiddetto Libro verde sulle assicurazioni contro le calamità naturali.
Se allora Belgio, Danimarca, Spagna, Ungheria, Francia, Turchia e Gran Bretagna hanno regolato la stipulazione di un’assicurazione con una legge, perché non dovrebbe farlo anche l’Italia, che dai dati di Lloyds risulta il secondo Paese europeo posto maggiormente a rischio di terremoti e il sesto per le inondazioni? Basti pensare che dopo la seconda guerra mondiale sarebbero 250 milioni di euro i danni calcolati per eventi sismici nel nostro Paese.
Urge una soluzione e questo Manzato lo sa bene, pensando che gran parte della colpa del mancato successo delle polizze sulla casa sia dovuta allo Stato, che sceglie di risarcire ex post il cittadino colpito, dopo l’evento disastroso.
Una soluzione che tra le altre cose va a gravare sulla fiscalità del Paese e su ogni contribuente, in tempi di elevata crisi. Tale forma impropria di rassicurazione va poi ovviamente a disincentivare la tutela preventiva da parte del cittadino: insomma, lo Stato italiano deve intervenire.
Prima del terremoto in Emilia, comunque, profetica sembrò la bozza del decreto legislativo 59/2012 stilata dal governo Monti: qui si prevedeva una legge che rendesse obbligatoria per i privati l’assicurazione degli edifici. Nel testo definitivo, però, non ne troviamo traccia.
Cosa si può fare allora? La parola di nuovo all’Ania, che parla di una necessità di sinergie tra Stato, enti locali e compagnie assicurative che non possono sobbarcarsi il peso di eventi disastrosi e coprire per intero la cifra.
Il sistema che vedrebbe così la luce da questo dialogo porterebbe a rendere innanzitutto obbligatorie per legge le polizze (riducendo così la possibilità di scelta delle assicurazioni, che spesso decidono arbitrariamente di non coprire zone ad elevato rischio), a incentivare chi sceglie di coprirsi e regolamentare i premi assicurativi. Infine, andrebbe prevista anche l’azione dello Stato, come assicuratore in ultima istanza a sostenere le compagnie.
Infine, andrebbe realizzata – a coronamento del progetto – una campagna di sensibilizzazione al cittadino, per incrementare la percezione del rischio e portarlo quindi ad essere più previdente: anche qui, lo Stato dovrà avere un ruolo chiave.
Autore: Federica Franzolini – InfoBuild (Articolo originale)