Per il gruppo britannico l’esercizio appena chiuso ha segnato il ritorno all’utile (2,68 miliardi di Euro dopo la perdita di oltre 3,5 miliardi del 2012). Aviva in Italia risulta in linea con i target grazie ai primi risultati del piano di trasformazione e torna a distribuire dividendi dopo tre anni
Il Gruppo Aviva ha presentato oggi a Londra i risultati 2013. Le cinque metriche chiave – cash flow, utile operativo, valore della nuova produzione, spese operative e combined operating ratio – hanno dato risultati soddisfacenti. Il cash flow è cresciuto del 40%, le spese operative sono diminuite del 7%, l’utile operativo è aumentato del 6% e il valore della nuova produzione ha avuto un incremento del 13%. Dopo la perdita di 2,9 miliardi di sterline (3,53 miliardi di Euro) dello scorso anno, Aviva ha registrato un profitto dopo le tasse di 2,2 miliardi di sterline (2,68 miliardi di Euro).
“Per portare a compimento l’investment thesis di “cash flow e crescita” – si legge in una nota – è fondamentale essere solidi dal punto di vista finanziario”. Nel 2013 il surplus di capitale è aumentato da 7,1 a 8,3 miliardi di sterline (rispettivamente, 8,64 e 10,1 miliardi di Euro) e la liquidità del “Group Centre” è cresciuta di conseguenza raggiungendo 1,6 miliardi di sterline (1,95 miliardi di Euro) alla fine di febbraio 2014. Considerata la maggiore disponibilità in termini di guadagni e cash flow, il cda del Gruppo ha proposto un dividendo di 9,4 p (0,11 Euro per azione).
La riduzione del prestito infragruppo ha rappresentato per Aviva una delle principali priorità del 2013. Durante gli ultimi 12 mesi, la Compagnia ha ridotto il prestito di 1,7 miliardi attestandosi a 4,1 miliardi di sterline (4,99 miliardi di Euro).
“La trasformazione in Aviva è sempre più evidente. Abbiamo focalizzato il business su “cash flow e crescita” e stiamo iniziando a vedere i benefici di ciò sulle nostre performance – ha affermato l’amministratore delegato del gruppo Mark Wilson –. A seguito dell’uscita da un certo numero di business a basso margine, non strategici o con risultati non competitivi, la Compagnia è ora più “agile”, focalizzata e gestita meglio. Abbiamo incrementato in modo significativo il nostro surplus di capitale, aumentato la liquidità e dato vita a una squadra manageriale più forte”.
Nel mercato italiano la Compagnia ha raggiunto risultati in linea con i target attesi grazie soprattutto agli importanti progressi del piano di trasformazione in atto. Guardando nello specifico alle cinque metriche chiave, l’utile operativo si attesta a 199,4 milioni di Euro (in lieve calo rispetto ai 206 milioni del 2012). Dopo 3 anni Aviva in Italia paga nuovamente dividendi con un net cash remittance a 14 milioni di Euro e un rimborso di 6 milioni del prestito erogato dal Gruppo.
La Compagnia ha registrato buoni risultati tecnici e commerciali nel segmento Danni, con un COR (Combined Operating Ratio) in netto calo al 95,1% (era infatti al 99,8% nel 2012) e una crescita nei Rami Elementari, “in controtendenza rispetto al mercato italiano”. Nel ramo Vita, il valore della nuova produzione si attesta a 41,6 milioni di Euro (+10,9%; 37,5 milioni nel 2012) – escludendo Eurovita, la cui vendita è stata annunciata nello scorso mese di novembre. Anche nel 2014 la strategia di Aviva – si legge ancora nella nota – continuerà ad essere focalizzata su prodotti a minor impiego di capitale e su quelli Protection.
“Il nostro programma di trasformazione ha dato i risultati attesi nel 2013 – ha dichiarato il CEO di Aviva Italia Patrick Dixneuf –. I dati tecnici e commerciali sono positivi e abbiamo iniziato nuovamente a pagare dividendi. Il nostro business è ora più semplice e forte. Nell’arco del primo semestre andremo ulteriormente avanti con la trasformazione e al contempo valuteremo ogni opportunità di sviluppo sia nel Danni sia nell’area Protection”.
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