A quasi 19 anni dalla riforma delle pensioni targata Dini, gli italiani non hanno ancora notizie sulle previsioni dei futuri trattamenti. Ormai si deve parlare di “risparmio previdenziale“: quello che versiamo è quello che troveremo al termine della nostra carriera lavorativa. Il vecchio sistema non esiste più.
E allora? Abbiamo esaurito gli aggettivi per descrivere la “busta arancione“, il documento che avrebbe dovuto riportare tali informazioni subito dopo l’introduzione del sistema contributivo. Purtroppo la busta arancione non è mai stata spedita benché promessa dai ministri del Lavoro che si sono succeduti di recente. Per non parlare dei presidenti Inps. Una busta arancione che inizialmente doveva essere una vera e propria lettera come in Svezia (che l’ha inventata). Per poi diventare comunicazione elettronica come ci ha più volte spiegato l’ex presidente Inps, Antonio Mastrapasqua.
Niente da fare però. Questo utile strumento informativo non è mai arrivato. Un documento fondamentale per far prendere consapevolezza sul proprio futuro previdenziale. Certo, sono stime, si dirà. Ma è importante la presa di coscienza e l’informazione sui prodotti previdenziali (e le agevolazioni fiscali) a cui si può accedere a cominciare dai fondi pensione negoziali.
Nel dicembre scorso, l’ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, spiegò in un’intervista che la busta arancione sarebbe diventata operativa nel 2014. Vi sarebbero state riunioni di esperti per mettere a punto sistemi e programmi che dovevano poi essere testati. Una questione complessa, la definì Giovannini. Nel frattempo è cambiato Governo ma nessuno ha fatto accenno al tema. Allora lanciamo un appello all’attuale ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (nella foto): rispetterà gli impegni assunti da Giovannini sulla busta arancione per il 2014? Noi speriamo di sì.
Autore: Vitaliano D’Angerio – Plus24