Il workshop organizzato a Milano da Per Consulting ha analizzato i vantaggi operativi e finanziari per le imprese che si attrezzano per affrontare disastri imprevisti: Minori costi di ripristino, con risparmi fino all’80-90% in caso di alluvioni e incendi rispetto all’acquisto di macchinari nuovi e ripartenza più rapida della produzione senza compromettere clienti, ricavi e quote di mercato. Quando una riduzione dei premi assicurativi e migliori condizioni di accesso a finanziamenti e crediti bancari?
“Un tempestivo intervento di ripristino, quando un’attività industriale è colpita da un evento avverso, riesce a ridurre fino a quattro volte il periodo di fermo dell’attività causato dai danni subiti e ad abbassare notevolmente i costi per il ritorno al pieno regime di produzione. Nel caso di un’alluvione, per esempio, un ripristino in tempi brevi può limitare il costo fino al 15% del valore a nuovo dei macchinari, in sostituzione di quelli danneggiati dall’acqua. Nel caso dei danni da fuliggine di un incendio il risparmio può arrivare sino al 90%. Eppure in Italia gli interventi di ripristino si effettuano soltanto nel 14% dei casi in cui sarebbero possibili”. Sono state queste le riflessioni iniziali del workshop “Strategie e tecniche per proteggere le imprese: il valore della formazione”, organizzato oggi a Milano da Per Consulting.
Per rendere le aziende industriali italiane tecnicamente e organizzativamente preparate ad affrontare eventi avversi che possono far perdere guadagni e quote di mercato (quando non minacciare la sopravvivenza stessa dell’attività) serve quindi una collaborazione tra tutti i soggetti interessati – imprese, compagnie di assicurazione, professionisti del mondo assicurativo – per iniziative che abbiano al centro le competenze tecniche e la formazione. Su questa risposta si sono trovati concordi i partecipanti al dibattito odierno, nel quale si sono confrontati Marco Oriolo, vice presidente dei giovani imprenditori di Confindustria; Carlo Marietti Andreani, presidente di AIBA (l’associazione dei broker); Adolfo Bertani, presidente del Cineas (consorzio universitario di formazione manageriale sulla cultura del rischio); Francesco Cincotti (vice presidente di Ugari, Unione giovani assicuratori e riassicuratori italiani); Roberto Bosco (consigliere Anra, l’associazione dei risk manager): Mauro Tamagnone (presidente di AIPAI, l’associazione dei periti liquidatori assicurativi); Marco Santinato, amministratore delegato di Per Consulting.
Prevenzione e risanamento, concetti-chiave ricorrenti nel dibattito, sono alla base dei cosiddetti “disaster recovery plan”, i piani di ripristino da un disastro di cui pochissime aziende si sono dotate. Le esperienze internazionali – si legge in una nota – dimostrano che “presentare e documentare una pianificazione tecnico-organizzativa per l’eventualità di eventi dannosi si traduce per le imprese in una serie di vantaggi: dalla maggiore probabilità di sopravvivenza del business sino ad eventuali riduzioni dei premi assicurativi e a rating migliori per l’accesso a finanziamenti e crediti bancari, ove i sistemi assicurativi e bancari siano maturi; senza contare la possibilità di dimostrare, nei rapporti con i clienti più importanti, di essere attrezzati per offrire continuità di forniture anche nel caso di un evento imprevisto”.
Nel corso dell’incontro l’amministratore delegato di Per Consulting ha anche presentato i programmi di formazione della divisione Per Formare, incentrati sulle competenze e sulle tecniche legate alla gestione del post sinistro e all’operatività finalizzata al ripristino più rapido possibile delle attività produttive. Tutti i protagonisti del dibattito (Oriolo, Marietti Andreani, Bertani, Cincotti, Bosco, Tamagnone e Santinato) hanno infine deciso la creazione di un gruppo di lavoro – che inizierà a riunirsi subito dopo Pasqua – che intende diffondere “la cultura del rischio e le tecniche di prevenzione e gestione degli eventi avversi”.
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