Opinione della Settimana

UnipolSai studia le mosse sul debito

Verso un bond da 500 milioni per ripagare parte dell’esposizione con Mediobanca. La decisione per ottemperare ai vincoli imposti dall’Antitrust sul via libera alla fusione

UnipolSai HiResUnipolSai studia un bond, potenzialmente ibrido, dal taglio di 500 milioni di euro per ripagare parte dei debiti subordinati Mediobanca (1,5 miliardi complessivi). È questa una delle opzioni tecniche sul tavolo della compagnia, assieme alla cessione del debito, per ottemperare ai vincoli imposti dall’Antitrust, quando l’Autorità ha dato il via libera al maxi riassetto Unipol-Fondiaria Sai.

In quell’occasione, il garante della concorrenza ha fissato tra le condizioni per concedere l’ok alla maxi integrazione lo scioglimento dei legami tra la nuova realtà e Piazzetta Cuccia. In particolare, è stato chiesto a UnipolSai di vendere il pacchetto del 3,83% detenuto nella banca e di ridurre l’esposizione verso l’istituto guidato da Alberto Nagel che, con la concentrazione, è diventata nei fatti eccessiva. La prima richiesta è stata esaudita, sulla seconda, invece, c’è ancora da lavorare.

L’Antitrust ha imposto che i debiti subordinati vengano ridotti di almeno 350 milioni, di cui 100 milioni da cedere in concomitanza con la vendita degli asset ex Milano Assicurazioni e altri 250 milioni per il 2015. Ora, posto che Allianz, società che ha rilevato il portafoglio premi dismesso da UnipolSai, non ha voluto includere nel pacchetto i 100 milioni di subordinati, Bologna deve attrezzarsi per sistemare quella parte di debito. Certo, potrebbe provare a cedere quei 100 milioni a un operatore terzo, tuttavia il processo potrebbe rivelarsi più lungo del previsto. Tanto più che l’Antitrust ha già in corso una procedura di inottemperanza perché nel vendere gli asset ad Allianz UnipolSai non ha rispettato la tempistica, sforando di qualche mese la tabella di marcia.

In virtù di questo potrebbe essere forte la tentazione di chiudere il dossier con un’unica operazione, magari più rotonda del necessario. Ecco perché l’opzione del bond ibrido da 500 milioni sarebbe l’ipotesi al momento più accreditata. E che, tra l’altro, non dovrebbe incontarre particolari problematiche sul piano della fattibilità. Recentemente, peraltro, l’amministratore delegato Carlo Cimbri, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, si è espresso in questi termini nell’affrontare il tema: «Dobbiamo ridurre l’esposizione di 350 milioni entro l’anno, sicuramente lo faremo e probabilmente in modo ancora più significativo».

Al lavoro sul dossier ci sarebbe Equita Sim, a suo tempo investita del compito di tagliare i legami tra Unipol e Piazzetta Cuccia. La stessa che lo scorso autunno ha gestito l’uscita della ex Fondiaria Sai dal capitale di Mediobanca una volta svincolata la partecipazione dal patto di sindacato dell’istituto. In ragione di ciò, è possibile dunque che nei prossimi giorni si tenga un incontro tra la compagnia e l’advisor per definire la linea anche sul tema subordinati. Per UnipolSai il vantaggio di mettere in agenda un bond ibrido risiederebbe nel fatto che l’emittente, non essendo l’emissione paragonabile a debito puro ma più vicina in qualche misura al capitale di rischio, non andrebbe ad appesantire come le obbligazioni normali il rapporto fra debito e capitale. Ciò a beneficio anche del solvency ratio.

Autore: Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore

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