Opinione della Settimana

RCA, l’attacco Ania ai Giudici di pace del Sud

Le Assicurazioni attaccano i Giudici di pace di alcune zone a rischio incidenti

Giudice - Sentenza ImcSi fa sempre più calda la polemica sulla RCA. Adesso, l’Ania (l’Associazione delle Assicurazioni) apre il capitolo “Giudici di pace del Sud“. Nel 1991, dice la Confindustria delle Compagnie, la legge che istitutiva i Giudici di pace (legge 374) prevedeva l’incompatibilità tra la funzione giurisdizionale e l’attività forense nell’ambito del medesimo distretto di corte d’appello. Con le successive modifiche introdotte (leggi 477/92 e 673/94), l’incompatibilità è stata tuttavia limitata al circondario del tribunale dove è iscritto l’avvocato, o gli associati di studio, o il coniuge, o i conviventi, o i parenti fino al secondo grado o gli affini entro il primo grado. L’incompatibilità è invece espressamente prevista per coloro che svolgono attività professionale per imprese di assicurazione o banche oppure hanno il coniuge, convivente, parenti fino al secondo grado o affini entro il primo grado che svolgono abitualmente tale attività. Al Giudice di pace si applicano le disposizioni generali riguardanti l’obbligo di astensione nonché in tutti i casi in cui abbia o abbia avuto rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione con una delle parti. E qui parte l’attacco Ania.

QUESTIONE DI FUNZIONI NON COMPATIBILI – Anche se non risulta una mappatura ufficiale dei Giudici di pace che esercitano contemporaneamente la professione forense, un’indagine effettuata attraverso i siti ufficiali (Consiglio superiore della magistratura e Consiglio nazionale forense) – spiega l’Ania – ha evidenziato che nell’ufficio del Giudice di pace di Napoli il 60,4% dei giudici in servizio risulta iscritto a un Ordine professionale limitrofo; a Pomigliano d’Arco la percentuale diventa il 75%, a Nola il 90%, a Sant’Anastasia il 92,3%, ad Acerra, Cicciano, Ottaviano e Marigliano il 100%; nell’Ufficio del Giudice di pace di Milano la percentuale è pari a 25,3%. “Queste evidenze testimoniano che, perlomeno in alcune aree del nostro Paese, esiste un concreto conflitto di interesse tra la professione forense e quella del Giudice di pace“: è l’affondo Ania.

COSA CAMBIARE – Per l’Ania, serve intervento normativo in materia al fine di prevedere l’incompatibilità assoluta tra la funzione di giudice di pace e la professione forense. E al fine di ripristinare l’incompatibilità nell’ambito del distretto di corte d’appello ed estendere le ipotesi di astensione e ricusazione oltre agli associati di studio, a qualsiasi altra ipotesi di collegamento. Per avere un quadro complessivo della pervasività dei Giudici di pace, e più in generale del livello di contenzioso, sia civile che penale, in materia RCA si può fare ricorso ai dati Ivass (Istituto di vigilanza sulle Assicurazioni). Tra tutte le cause pendenti (nell’ultimo anno di rilevazione quasi 300.000), il 2,7% sono quelle penali (circa 8.000), in aumento rispetto al 2011 quando erano meno di 7.500; le cause civili di primo grado (quasi 280.000) costituiscono oltre il 93% e risultano in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente; la parte residuale (circa 14.000) sono le cause civili in secondo e terzo grado di giudizio; nell’ambito dei procedimenti di primo grado, quelli pendenti presso i Giudici di pace rappresentano l’83% (circa 230.000, stabili rispetto al 2011), la parte restante presso i tribunali.

ANOMALIE AL SUD – Per analizzare il fenomeno dal punto di vista territoriale, l’Ania ha effettuato una rilevazione ad hoc, presso un ampio campione di imprese assicuratrici (oltre il 60% di quota mercato), delle cause civili pendenti nel 2012, rilevando anche la tipologia di esito per quelle chiuse durante l’anno. Da questa indagine sono emerse alcune evidenti anomalie, particolarmente, in alcune regioni del Sud Italia. In queste aree, infatti, oltre a concentrarsi un numero elevatissimo di cause civili pendenti presso i Giudici di pace (in solo 3 regioni, Campania, Puglia e Calabria si concentrano quasi l’80% di tutte le cause civili pendenti nazionali), si registra anche una più elevata incidenza di cause che hanno visto la Compagnia soccombente rispetto al valore mediano nazionale (e, parallelamente, un’incidenza più bassa di cause che hanno visto la compagnia assicuratrice come parte vincitrice). Se si analizzano invece i dati regionali dei Tribunali non si osservano andamenti particolarmente difformi a livello territoriale. Per esempio, delle oltre 230.000 cause civili pendenti davanti a un Giudice di pace, circa 150.000 sono concentrate in Campania e, di queste, 109.000 nella sola città di Napoli. Di quelle rimanenti oltre 24.000 riguardano la Puglia, mentre circa 16.000 sono quelle presenti in Sicilia e quasi 9.000 in Calabria. Un fenomeno, questa l’ovvia conclusione Ania, che incide sui costi a carico delle Assicurazioni, e quindi sulle RCA. Specie a Napoli.

Fonte: SicurAUTO.it (Articolo originale)

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