Sant’Artemio riceve dalle assicurazioni un fiume di denaro: che usa per personale, mutui, opere Bottacin attacca Muraro, che si difende: «unica fonte di sostentamento». E accusa Zaia e Regione
L’ Rc Auto nel 2013 ha fruttato alla Provincia di Treviso ben 38 milioni e 717 mila euro, e nel 2014 si punta ad incassare altri 35 milioni circa, calcolando la flessione registrata già in questo primo semestre in cui comunque Sant’Artemio (sede della provincia di Treviso, nella foto) ha già incamerato quasi 3 milioni (2.991.996 € aggiornato a maggio). Dove vanno questi soldi? Personale, mutui, opere. E scatta durissima la polemica: «Paghiamo l’assicurazione per alimentare un carrozzone che non rende».
A sollevare il polverone il consigliere regionale Diego Bottacin, che incalza: «Già il fatto che nell’assicurazione si nasconda una tassa sui cittadini è sbagliato» dice, «ma che questi soldi piovano sulle casse di un ente che negli ultimi anni ha ridotto al minimo i suoi interventi e usa i soldi per pagare un apparato che, a conti fatti, non fa più il lavoro di prima, è semplicemente assurdo».
La Provincia, in passato, «per essere vicina ai cittadini» aveva ridotto l’aliquota sull’Rc Auto (oggi 11,5%), ma ha continuato ad alimentarsi con i proventi delle assicurazioni ai quali si aggiungono gli incassi dell’Ipt (22 milioni, è una percentuale sulla tassa di immatricolazione, la quota rifiuti (altri 20 milioni) e altre entrate minime. «Queste sono le nostre uniche fonti di sostentamento» risponde piccato il presidente Leonardo Muraro, che prosegue: «Noi un carrozzone? Ma se abbiamo il più basso rapporto tra l’incidenza del personale e il bilancio dell’ente,ci viene riconosciuto anche dalla Corte dei Conti. Non operiamo più come in passato? Vero, ma non è colpa nostra se dal 2006 siamo costretti dai vincoli imposti dallo Stato con il patto di stabilità, gli equilibri, le tasse stesse. Ottimizzare? Tagliare? Ridurre il personale? Magari». E il presidente della Provincia incalza: «Avessi le mani libere, potrei ridurre i costi del personale. L’abbiamo fatto negli ultimi anni riducendo il personale di 100 unità ma si potrebbe fare anche di più».
Autore: Federico de Wolanski – la Tribuna di Treviso (Articolo originale)