L’obbligo c’è, ma il mercato è ancora tutto da fare. Il 15 agosto compie un anno l’entrata in vigore del Dpr 137/2012, che impone ai professionisti una polizza assicurativa che copra eventuali errori commessi durante l’esercizio dell’attività. Per i medici l’obbligo scatta solo adesso, mentre nel real estate, figure come architetti e ingegneri si sono già adeguati. E anzi, molti erano coperti già prima della norma. Come si stanno muovendo? La maggior parte degli iscritti agli Albi resta fedele alle insegne che già conosceva, quindi sfrutta la polizza convenzionata Inarcassa o quella fornita dalla compagnia abituale.
Gli Albi, dal canto loro, seguono la strada delle convenzioni stipulate con le compagnie più sensibili su questo terreno. Che sono sempre soltanto quelle estere specializzate, mentre tra i big italiani una delle poche eccezioni è Generali, che ha predisposto un prodotto ritagliato per queste figure. “Noi ne mettiamo a disposizione tre, una delle quali attiva da pochi giorni“, spiega Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti. “Prima abbiamo predisposto una sorta di polizza tipo che ci sembrava idonea e poi, periodicamente, verifichiamo sul mercato quale compagnia è disposta a offrirla“. Ma finora il mercato italiano è stato piuttosto sordo, infatti le polizze concordate arrivano dalla rappresentanza europea del colosso americano Aig e le altre due dai Lloyds. “Molti iscritti avevano già la polizza di Inarcassa (anche questa straniera, ndr) oppure contratti stipulati autonomamente“, spiega. “In generale, molti continuano ad avvalersi del contratto cui erano abituati“, aggiunge il tesoriere dell’Ordine, Pasquale Felicetti. “Noi cerchiamo di spiegare che l’assicurazione va vista come una garanzia per il futuro ed è giusto cercare un prodotto ritagliato sulle proprie esigenze, anche se in tanti, per ora, la vedono solo come l’ennesima gabella imposta per legge“. Mentre invece ci sono molte differenze nelle coperture, che vanno dall’elenco di rischi compresi alla retroattività.
“Noi abbiamo seguito un altro schema, chiedendo prima alle compagnie di inviarci uno schema di polizza, che poi abbiamo fatto esaminare ed eventualmente validare dal nostro centro studi“, dice Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri. E oggi sono attive otto convenzioni, che cambiano a seconda dell’Ordine provinciale. “Anche da noi, però, c’è una certa resistenza a cambiare. L’obbligo di legge e la nostra iniziativa hanno avuto almeno l’effetto benefico di abbassare le tariffe. Fatta la prima convenzione, in pratica, le altre si sono dovute adeguare. Ed è un bene soprattutto per i giovani, per i quali, anche poche centinaia di euro l’anno di premio, possono essere pesanti“.
Lo dimostrano anche i dati del comparatore Comparameglio.it (distribuisce prodotti dei Lloyds e del broker Dual Italia), che in nove mesi, a partire da novembre 2013, ha calcolato circa 25mila preventivi di rc professionale richiesti soprattutto da avvocati (35%), commercialisti (30%) e ingegneri in terza posizione. La fascia più attiva nel ricercare il premio più vantaggioso è proprio quella che fattura meno di 50mila euro l’anno e in generale i professionisti cercano massimali consistenti ma non stratosferici, compresi tra 250.000 e 500.000 euro.
Sul fronte norme, infine, c’è ancora un po’ di confusione. “Mancano regole chiare sia per i professionisti, che non sanno ancora a che tipo di sanzioni andranno incontro se non si assicurano, sia per le compagnie, che possono benissimo rifiutarsi di assicurare tipologie di professionisti che ritengano troppo rischiosi“, dichiara Guglielmo Carsana, CFO di ComparaMeglio.it. “Una cosa però è chiara, almeno per noi“, spiega ancora Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti. “L’obbligo di polizza è limitato a chi svolge l’attività ed è legato al contratto siglato con il committente, non certo alla semplice iscrizione all’Albo“.
Autore: Adriano Lovera – Casa 24 Plus (Articolo originale)