La compagnia abbandona il progetto e chiede indietro gli oneri di urbanizzazione (240mila euro di oneri)
«Ci spiace, noi ci abbiamo provato a fare un regalo a Torino. E sono mesi che sopportiamo le conseguenze, anche economiche, di questa eterna attesa. L’ascensore panoramico sarebbe stato, a nostro parere, una grande opportunità turistica per la città. Non ce lo lasciano fare? Non possiamo procurarci altri danni. Nell’ultimo cda abbiamo accantonato definitivamente il progetto. Abbiamo tenuto per mesi decine di appartamenti sfitti per preparare l’arrivo del ristorante “d’altura”, ora non possiamo più permetterci di aspettare oltre». Chi parla è il direttore generale di Reale Mutua, l’ingegner Luigi Lana. Ha il tono rammaricato di chi avrebbe sul serio voluto vedere correre su un fianco della Torre Littoria (nella foto) quell’ascensore panoramico di cui si parla da anni e che la Soprintendenza guidata dall’architetto Luca Rinaldi aveva bocciato in modo tranchant: «Abbiamo già permesso di inserire scale mobili nel palazzo barocco dell’Egizio, adesso non distruggiamo la Torre Littoria. Siamo Torino, non Dubai».
Ora il risarcimento
In realtà il Comune vedeva di buon occhio sia l’arrivo dell’ascensore panoramico sia la nascita di un ristorante ai piani alti della torre. E la variante necessaria ad ospitare queste novità era stata approvata dalla Sala Rossa. Il progetto prevedeva il bar caffetteria al diciottesimo e diciannovesimo piano, gli ultimi, mentre il futuro ristorante chic con vista panoramica sulla città era stato immagi nato per il settimo e l’ottavo. Il bello è che il Comune aveva già incassato 250mila euro di oneri di urbanizzazione da parte di Reale Mutua. E ora, visto che il progetto è stato bocciato senza appello la compagnia di assicurazione italiana nata a Torino nel 1828 pretende di essere risarcita: «Avanzeremo a settembre la richiesta formale per recuperare almeno gli oneri di urbanizzazione – spiega ancora l’ingegner Luigi Lana – noi ce l’abbiamo davvero messa tutta, e questa eterna attesa di un sì della Soprintendenza ci è già costata troppo in termini di affitti passivi, almeno cerchiamo di rientrare della somma che abbiamo versato per una variante urbanistica che non ha più senso di esistere: non ci sarà più alcun ristorante».
La versione «buia»
L’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo è molto dispiaciuto: «E’ chiaro che tutti noi avremmo sperato di ottenere il sì di Palazzo Chiablese, peraltro avevamo anche provato a convincere la Soprintendenza attraverso un nuovo progetto che non prevedesse più un ascensore “luminoso”. Neanche in quel caso però, sortimmo l’effetto sperato». E anche l’ultima speranza di vedere realizzato il ristorante senza l’ascensore esterno (vale a dire servito da uno interno) è destinata a cadere: «No, realizzare un nuovo ascensore interno – spiega ancora l’ingegner Lana – sarebbe troppo invasivo e costoso, l’opera aveva un senso soltanto se unita a questo “elevator” che correva discreto sullo spigolo della Torre». E aggiunge: «Il 2015 era l’anno giusto per inaugurarlo, con tutti gli eventi che ci saranno, compresa l’Ostensione (della Santa Sindone – ndIMC). Pazienza, noi ci abbiamo provato».
Autore: Emanuela Minucci – La Stampa Torino