Come evitare le liti in famiglia oppure proteggere il più debole anche quando il padre non ci sarà più
C’è nell’aria qualcosa che fa intimorire chi possiede grandi patrimoni. Qualcuno sostiene che il Governo Renzi potrebbe ritoccare al rialzo le imposte di successione e donazione. Così prima di andare in vacanza in molti sono andati dal notaio per predisporre donazioni a favore degli eredi oppure per costituire un Trust.
«Costituendo un Trust si anticipa il passaggio dei beni da genitore a figli (applicando le attuali imposte di donazione) ma il primo con il trust può mantenere un certo controllo sui beni stessi – spiega Fabrizio Vedana, vicedirettore di Unione Fiduciaria –. Personalmente penso che il governo non incasserebbe molto aumentando aliquote. Meglio farebbe facendo una voluntary snella e non troppo costosa: con aliquota una tantum del 18/20% il governo incasserebbe non meno di 24/30 miliardi perché aderirebbero tutti coloro che possono usufrire del provvedimento». Pianificare la propria successione è di per sè un fatto positivo per chiunque. Prima di tutto perché in una famiglia anche se i redditi non sono elevati è importante saper riconoscere quei rischi che potrebbero compromettere il tenore di vita dei superstiti. Per esempio in caso di morte prematura di uno dei coniugi. «Ma anche la lite tra gli eredi – aggiunge Vedana – ai fini fiscali stante l’applicazione di una franchigia di un milione di euro per figlio occorre valutare con attenzione il patrimonio. Nel classico caso della famiglia con genitori e due figli, le donazioni/successioni sino a due milioni per figlio sono infatti esentasse». «La pianificazione successoria aiuta ad avere sempre “un piano B”, qualunque cosa accada, anche fosse banalmente unica copertura assicurativa “vita caso morte” – sottolinea Daniele Piccolo, condirettore generale di Banca Albertini Syz – ancor di più se in famiglia ci sono soggetti deboli da tutelare, come un figlio con qualche problema di salute. Dove, poi, i patrimoni sono importanti direi che la pianificazione successoria è un obbligo». In aiuto viene, se vogliamo, il codice civile che già prevede le modalità di successione in caso di assenza di testamento o di diverse pianificazioni, «ma per le situazioni più complesse è importante pensarci prima».
Il punto di partenza è la completa verifica di tutti quelli che sono gli asset patrimoniali e dalla definizione delle diverse situazioni familiari da tutelare.
Gli strumenti che possono essere utilizzati sono tanti: dall’uso di polizze assicurative, di donazioni, di separazione fra usufrutto e nuda proprietà fino ad arrivare alla creazione di holding o di Trust. «In ragione della tipologia dei beni e della struttura e dei vincoli familiari, andrà valutato l’utilizzo di strumenti che offrono esenzioni – aggiunge Vedana –. Se il patrimonio è rappresentato da quote di società o aziende, potrà essere valutato l’utilizzo del patto di famiglia. L’utilizzo della fiduciaria o del Trust potrà invece essere valutato per gestire situazioni più complesse che richiedono una preventiva verifica anche con il professionista di fiducia». La redazione di un testamento rende ancora più chiare le volontà e consente di inserire elementi quali il legato, l’esecutore e altri elementi di ordinata esecuzione delle volontà del de cuius.
Come sottolinea ancora Piccolo essere all’interno della comunità europea apre anche una serie di opportunità di scelta della normativa successoria più favorevole al raggiungimento degli obiettivi, considerando tuttavia che la fiscalità italiana è senz’altro molto favorevole agli eredi e chi decide di spostarsi all’estero deve anche cambiare la di residenza non solo in via formale. Tornando al già citato Trust, istituto relativamente nuovo per l’Italia, è indubbiamente tra gli strumenti che consentono un’oculata pianificazione successoria. Rispetto ad una polizza Vita in cui alla morte del padre i figli beneficiari incasseranno semplicemente un capitale, affidandosi a un Trust, ci si spossessa delle proprie ricchezze per differirle nel tempo e destinarle a terzi nel rispetto di uno scopo. Può essere una rendita vitalizia, l’acquisto di una casa al verificarsi di una determinata condizione( laurea, matrimonio, nascita di un figlio, malattia) la cessione di un’azienda con vincoli di governance. I costi di gestione di un trust variano dallo 0,5 all’1% sul patrimonio. Talvolta si ricorre al trust per segregare il patrimonio, in virtù di rischi professionali che comportano attività delicate come quella del medico.
Autore: Lucilla Incorvati – Il Sole 24 Ore