(Autore: Marilena Pirrelli – Plus24)
La garanzia governativa sulle opere d’arte si affida a un fondo del Mef di cui si ignora la capienza
Una raccomandazione, con una circolare del 15 settembre dal Mibact, firmata da Anna Maria Buzzi – dal 2012 direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale – su procedure, modalità e condizioni per l’assunzione da parte dello Stato della copertura dei rischi derivanti dal prestito di beni culturali per mostre e manifestazioni sul territorio italiano in vista, soprattutto, di Expo 2015. Nel 2012 il valore assicurativo dichiarato dall’ufficio competente del Mibact (Servizio I) era superiore a 1,8 miliardi di euro, poco meno degli oltre 1,9 autorizzati nel 2011. La richiesta di ArtEconomy24 del 24 ottobre dei dati 2013/14 al Servizio I della Valorizzazione non ha avuto risposta. Un’interrogazione parlamentare al Senato destinato al Mibact e al Mef firmato da senatori del Movimento 5 Stelle riporta il 1° dicembre l’attenzione sul tema delle garanzie assicurative date dallo Stato per le esposizione previste per Expo: quali le garanzie richieste ad oggi e quali quelle previste per il 2015? Quali le procedure per l’assegnazione delle coperture? Quali i rischi coperti? Quali le risorse a disposizione nel Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d’ordine, istituito nello stato di previsione della spesa del Mef? Lo Stato rischia l’incapienza a fronte di danni per svariati miliardi per i capolavori assicurati? Chi ne ha fatto richiesta e chi sono i beneficiari? Insomma a chi vanno i vantaggi di queste coperture assicurative di Stato “gratuite”? Tante domande a firma di Michela Montevecchi, Sergio Puglia, Enrico Cappelletti, Vilma Moronese, Sara Paglini e Ornella Bertorotta, che hanno anche chiesto a Franceschini di chiarire possibili rapporti tra l’inchiesta Mafia Capitale e dirigenti del Mibact.
ArtEconomy24 è in grado di anticipare qualche risposta ufficiosa, raccolta in un recente incontro tra i registrar (gli esperti di movimentazione delle opere) di molti musei italiani e i responsabili del settore del Mibact . «L’indemnity ha fatto risparmiare allo Stato molti soldi – assicurano gli esperti del Servizio I della Valorizzazione – perché con essa abbiamo coperto dal 2009 al 2013 ben 5 miliardi di somme assicurate senza spendere un euro. Quindi, siccome non succede mai nulla, l’indemnity fa risparmiare allo Stato il 25% dei costi di una mostra». Peccato che basterebbe un solo sinistro in un arco di tempo anche molto lungo a far ripagare con gli interessi agli italiani tutti i soldi “apparentemente” risparmiati. Basta fare un calcolo banale, se il risparmio è di 1 milione di euro l’anno come comunicato, in un periodo di 20 anni, ammesso che non succedano sinistri, il risparmio per lo Stato ammonterebbe a 20 milioni. Una mostra con Caravaggio, Picasso o Leonardo da Vinci, vale da sola dai 700 milioni a 2 miliardi. Se si verificasse un incendio non basterebbero 200 anni di risparmi di assicurazioni per ripagare i danni.
«Se gli assicuratori ragionassero in questo modo sarebbero tutti falliti. Una regola elementare per il calcolo statistico dei sinistri, è certamente quello di valutare la frequenza di accadimento dei danni, ma anche l’ammontare medio degli stessi che, per l’arte risulta essere molto alto» commenta Massimo Maggio, consigliere delegato, responsabile Fine Art – Jewellery & Specie, del broker Willis Italia SpA, che sulle coperture intermediate nel nostro paese quest’anno dichiara denunce per un ammontare di circa 7 milioni di euro. Il Ministero si basa erroneamente e pericolosamente solo sul primo elemento della frequenza.
«Nell’apparente vantaggio di offrire la copertura dei rischi senza l’imposizione di alcun premio, basandosi sull’assunto che i sinistri gravi sono piuttosto rari, di fatto il sistema della State Indemnity non garantisce una valutazione appropriata dell’analisi del rischio né una gestione specializzata dei sinistri – commenta Italo Carli, direttore Generale di Axa Art –. Soprattutto manca la trasparenza nei confronti del prestatore perché in sostanza non è chiaro come e chi liquiderà il sinistro. Mentre esistono modelli di cooperazione che limitano la garanzia statale solo alla copertura di danni che superino una certa soglia, relegando la gestione dei sinistri di minore entità (e maggior frequenza) all’esperienza di compagnie specializzate».
E chi l’ha detto poi che non succede mai nulla: l’Fbi fissa il costo globale di crimini legati all’arte a quasi 4 miliardi di dollari l’anno. Tante le domande ai funzionari del Mibact dei registrar dei musei: quali i danni coperti dalla garanzia governativa? «Sono esclusi i rischi catastrofali, le rapine e i danni d’acqua, in ogni caso la garanzia viene concessa solo se vengono garantite le condizioni ottimali» assicurano dal ministero e confermano di non conoscere la capienza del Fondo di riserva delle spese obbligatorie del Mef. Non è una novità! Se si scorre la lista dei beneficiari delle indemnity, scopriamo che ci sono molti soggetti che nulla hanno a che vedere con il Mibact, addirittura in molti casi sono privati come Mondo Mostre. E come mai la maggior concentrazione di indemnity rilasciate sono su mostre del Polo Museale Fiorentino e su quelle di Palazzo Strozzi? Dulcis in fundo, perché mai i cittadini italiani dovrebbero rischiare di pagar centinaia di milioni di euro per favorire un privato? La risposta di un funzionario Mibact è sconcertante: «…noi firmiamo un protocollo d’intesa con le organizzazioni esterne al Mibact nel quale chiediamo in cambio cataloghi e ingressi omaggio per i dipendenti del Mibact…».