(Autore: Carlotta Scozzari – La Repubblica)
Il riassetto nell’assemblea di dicembre approvato il bilancio 2013 nonostante l’opposizione della famiglia Amenduni
Le Generali si chiamano fuori dalla Centrale Finanziaria presieduta da Giancarlo Elia Valori (nella foto) e passano il testimone all’immobiliarista Pierluigi Toti, lasciando così da sola la famiglia Amenduni. Le novità emergono dal verbale dell’assemblea dei soci del 18 dicembre, che ha approvato il bilancio del 2013 dopo la bocciatura dei conti dell’assise di giugno.
All’appuntamento del mese scorso, con una partecipazione del 18,6%, ha preso parte una new entry nell’azionariato, la Silvano Toti Holding. Mentre non c’è traccia delle Generali, accreditate di un 18,7% e già date in uscita alla fine del 2014.
Tutto dunque farebbe pensare che le Generali, in coerenza con la strategia di concentrazione nelle assicurazioni avviata dall’ad Mario Greco, abbiano girato la quota a Toti. Ma dall’assemblea emerge anche un’altra novità: l’ingresso nel capitale, con il 9,34%, della Somar della famiglia Maffeis. Quest’ultima, tra le altre cose, controlla all’80% la società di credito al consumo Centax, a sua volta partecipata al 20% proprio dalla Centrale Finanziaria Generale. I Maffeis potrebbero avere comprato le azioni dai tedeschi di Allianz, che come le Generali hanno venduto il loro 7,8%, da Bper, accreditata di un 6,5% e non presente all’assemblea, o, ancora, da un’altra assente, la Partners & Partecipations srl, società che in passato aveva già fatto causa alla finanziaria capitanata da Valori impugnando alcune delibere assembleari. A dare battaglia, all’assise di dicembre, è rimasta così da sola la famiglia degli Amenduni, con il suo 17,99%, che però questa volta – a differenza di quanto accaduto a giugno – non è è riuscita a bocciare il bilancio del 2013. E non sono servite nemmeno le rinnovate criticità, sollevate dal rappresentante della famiglia vicentina tra l’altro socia delle Generali, sul credito da 4 milioni verso l’uomo d’affari dell’Arabia Saudita Adnan Khashoggi, non ancora incassato dalla Centrale.
Perché sia Toti sia i Maffeis hanno detto «sì» al bilancio, contribuendo in maniera determinante all’approvazione dei conti del 2013, chiusi con una perdita di esercizio di 9,45 milioni.