Il fenomeno è in aumento: monitorati 1.009 episodi con 119 decessi e 1.224 feriti. Identificato il 57,8% dei pirati. Alcol e droga presenti nel 19,6% dei casi. 24,2% gli stranieri. 46 i pedoni uccisi e 416 feriti dai pirati. 141 episodi in Lombardia, 105 in Emilia Romagna, 94 Veneto e 92 nel Lazio
Mentre gli incidenti calano, gli episodi di pirateria stradale crescono. Sono stati infatti 1.009 – contro i 973 del 2013 – i casi di omissione di soccorso in presenza di vittime monitorati dall’Osservatorio il Centauro-Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) nel corso del 2014. Gli episodi osservati hanno causato 119 decessi e 1.224 feriti. Anche in questo caso la tendenza è tristemente in rialzo: nel 2013 le vittime erano state 114, mentre il numero dei feriti si era fermato a quota 1.168.
I pedoni sono la categoria più colpita dagli episodi monitorati: 410 eventi, con 46 morti – pari al 38,6% dei decessi complessivi – e 414 feriti (33,8%). Seguono i ciclisti: 155 episodi, con 24 lenzuola bianche (20,2%) e 145 ricoveri (11,8%). E le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, pagano un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 132 sono stati i minori coinvolti e 152 gli anziani (rispettivamente il’13,1% e il 15,1%). Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni coinvolti in episodi di pirateria stradale sono stati in tutto 81 (contro i 55 del 2013), 5 dei quali sono rimasti uccisi (4,2%) e 76 feriti (6,2%).
La geografia dei casi monitorati vede al primo posto la Lombardia, con 141 episodi (15,9%); a seguire, l’Emilia Romagna con 105 eventi (11%), il Veneto con 94, il Lazio con 92, la Campania con 88, la Toscana con 71, la Sicilia con 70 la Puglia con 66. Un solo caso è stato registrato in Basilicata, mentre due sono stati gli episodi monitorati in Valle D’Aosta. Roma ha collezionato, da sola, 39 eventi gravi (3,9% del totale).
Gli eventi passati al setaccio ormai da 8 anni dallo speciale Osservatorio istituito dall’Asaps sono senz’altro quelli più gravi e offrono ulteriori spunti di riflessione. Nonostante si possa credere che siano concentrati soprattutto nelle ore notturne, l’84,3% degli episodi di pirateria – 851 contro 158 – avviene di giorno. Il 57,8% (+2% rispetto al 2013) degli autori degli episodi di omissione di soccorso avvenuti nel corso del 2014 è stato successivamente identificato, mentre il 42,2% è rimasto ignoto. Nei 583 casi che hanno condotto all’identificazione del responsabile sono avvenuti 121 arresti – pari al 20,8% delle individuazioni – e 462 denunce a piede libero (79,2%). Nel 2013, gli arresti erano stati 146 (26,9% degli eventi identificati).
Su tutti questi episodi pesa ancora l’ombra dell’alcol e delle droghe: in 114 casi (19,6%) ne è stata accertata la presenza, anche se secondo l’ASAPS si tratta di un dato “che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato attendibile”. Quando le forze di polizia identificano l’autore, infatti, spesso “non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, visto che sono trascorse ore o giorni dall’evento”: in tutto in 2014 sono stati solo 13 i casi in cui è stata rivelata la presenza di sostanze stupefacenti.
L’osservatorio ha cercato anche di delineare l’identikit del pirata: nella maggior parte dei casi, riferisce l’ASAPS, si tratta di uomini di età compresa tra i 18 ed i 45 anni – le ‘piratesse’ sono solo 62 (10,6%), 7 in meno del 2013 − “spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decidono di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità”. Hanno inoltre rilievo consistente il timore di perdere i punti della patente e lo stesso documento di guida. In netta crescita poi i casi di veicoli con assicurazione scaduta o addirittura falsa, circostanza accertata in almeno 52 casi (pari al 9%) in cui è stato possibile accertare questa condizione. L’associazione ritiene tuttavia che anche questa cifra debba essere rivista al rialzo.
Per quanto riguarda la nazionalità dei pirati stradali identificati, i soggetti di nazionalità straniera sono stati 141, pari al 24,2% . Tra la popolazione immigrata rimasta coinvolta in episodi di pirateria sono state invece registrate 111 vittime tra decessi e feriti, pari all’11% del totale monitorato.
E’ molto duro, infine, il commento dell’ASAPS riguardo le pene previste per l’omissione di soccorso in presenza di feriti, definite “inconsistenti”: da tre mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga – rileva l’Associazione – si rischia di rimanere per un certo periodo in cella, ma la condanna media “per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi”.
“Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe essere tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale (per la cui istituzione l’ASAPS si batte con diverse associazioni, ndIMC)”, è l’amareggiata conclusione del presidente ASAPS, Giordano Biserni. “Ma, pur con il parere favorevole del Governo e di Matteo Renzi, il Parlamento tergiversa sulla spinta delle perplessita espresse dagli influenti tecnici del diritto che siedono nelle Commissioni. E il provvedimento cammina lento, molto più lento della velocità dei pirati della strada”.
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