(Autore: Sibilla Di Palma – Repubblica Affari & Finanza)
Frane, alluvioni e terremoti hanno causato nell’ultimo anno danni per 132 miliardi di dollari in tutto il mondo. Le difficoltà per i gruppi che offrono coperture a comunità locali, aziende e persino proprietari di immobili
Nel corso del 2014 frane, alluvioni e terremoti hanno causato – oltre a migliaia di vittime – danni per 132 miliardi di dollari in tutto il mondo. Un settore che soprattutto negli Stati Uniti, così come in molti Paesi europei, vede impegnati molti gruppi assicurativi di medie e grandi dimensioni, che offrono polizze per catastrofi a comunità locali, aziende e persino privati proprietari di immobili.
Un ramo particolare del business assicurativo in quanto si tratta di fare i conti con eventi rari, ma che – al verificarsi – hanno un elevato impatto in termini economici, cosa che rende difficile per le compagnie definire le stime dei costi e le spinge a dar vita a strumenti finanziari per la mitigazione del rischio. La via principale consiste nella sottoscrizione di contratti di riassicurazione, un business che vede in prima fila colossi come Swiss Re e Munich Re. Lo scorso anno ha percorso questa strada anche Generali, stipulando un contratto con l’irlandese Lion I Re per coprirsi da possibili contraccolpi sulle polizze catastrofali che ha acceso in Europa. In contìnua crescita sono anche i cat bond: chi sottoscrive un’obbligazione catastrofale, riceve il rimborso per intero solo se non si verificano eventi calamitosi durante la durata dell’investimento (in genere al massimo cinque anni). Mentre, in caso contrario, andrà defalcata la quota impiegata per coprire i danni sofferti dalla compagnia assicurativa sponsor dell’emissione. Date la particolarità e la complessità dello strumento, non si tratta di investimenti adatti a tutti, ma solo a operatori professionali e fondi istituzionali che in questo modo diversificano portafogli di una certa consistenza, con la prospettiva di contare su rendimenti ben superiori alla media di mercato. Basti pensare che l’indice di Swiss Re sui cat bond ha calcolato un rendimento medio annuo dell’8,3% dal 2005 in avanti.
Lo sviluppo delle polizze catastrofali è sostenuto dalle normative presenti in molti Paesi, a cominciare dalla Francia, dove i privati che stipulano una polizza incendio devono obbligatoriamente sottoscrivere una clausola di garanzia contro le catastrofi naturali, con lo Stato che ha istituito una società di riassicurazione pubblica. Un modello simile è stato adottato in Spagna, mentre negli Stati Uniti – il mercato più importante al mondo – è previsto un sistema di coperture volontarie per i proprietari e locatari di immobili residenziali e commerciali.
Il tema delle calamità naturali coinvolge anche l’Italia, dato che l’80% del territorio nazionale è ritenuto a rischio idrogeologico. Eppure, nonostante se ne parli da anni, non si è mai sviluppato un mercato assicurativo importante: i costi delle polizze per chi abita nelle zone a rischio sono molto elevati e a lungo si è confidato sulla disponibilità dello Stato a intervenire e farsi carico delle spese legate ai fenomeni naturali estremi. Lo scenario sta però cambiando: la riforma della Protezione civile varata dal governo Monti esclude interventi statali in caso di nuove catastrofi naturali, lasciando a imprese e famiglie la libertà di decidere se tutelarsi o meno. Il discorso sui costi, comunque, è ancora aperto. L’Ania (associazione delle imprese assicurative) ha proposto un sistema misto in cui lo Stato potrebbe coprire una percentuale del danno subito, mentre le compagnie si occuperebbero della restante parte tramite una polizza privata obbligatoria sottoscritta dai proprietari di casa. Il Governo Renzi pensa invece a un modello di polizza semi-obbligatorio come quello vigente in Francia e Spagna. In attesa di novità su questo fronte, a fine dicembre il Governo ha rifinanziato con 56 milioni di euro il Fondo per le emergenze nazionali del 2014. Un modo per incrementare gli stanziamenti nei confronti della Protezione civile che si trova ad affrontare situazioni critiche.