(Autori: Laura Galvagni e Alberto Grassani – Il Sole 24 Ore)
Il Ceo Fioravanti annuncia che la compagnia (prima in Italia) valuta l’erogazione di finanziamenti diretti alle imprese come autorizzato dall’Ivass. Verso un’alleanza internazionale nei rami danni per grandi aziende. Polizze vita anche nella rete estera del gruppo
Intesa Sanpaolo Vita prepara un ulteriore salto dimensionale e studia nuovi investimenti, fra cui – per la prima volta in Italia – anche l’eventuale erogazione di credito diretto alle imprese come autorizzato a ottobre dall’Ivass. Dopo aver raggiunto nel 2014 i 20 miliardi di raccolta premi e i 500 milioni di utile netto, la compagnia guidata da Nicola Maria Fioravanti (nella foto) è poi impegnata su due fronti per lo sbarco all’estero: è al lavoro per stringere un’alleanza internazionale nei servizi assicurativi danni per le grandi imprese e, forte anche del nuovo ruolo strategico nel gruppo Intesa Sanpaolo, è pronta a sfruttare maggiormente le controllate bancarie estere della casa madre per veicolare i propri prodotti vita in tutta la rete internazionale del gruppo.
Certo, i cambiamenti maggiori sono in Italia, ha sottolineato Nicola Maria Fioravanti in un colloquio con Il Sole 24 Ore: nel ramo vita, la compagnia sta operando un importante cambio strategico nei prodotti, spostandosi dalle gestioni separate alle united linked, che assorbono meno capitale e «consentono ai clienti di potere beneficiare di rendimenti potenzialmente più interessanti» in una fase di tassi a zero. Nei rami danni, Intesa Sanpaolo Vita si prepara invece a lanciare le polizze salute, dopo rc auto e casa, e a debuttare nelle assicurazioni per le Pmi.
Una trasformazione importante che passa anche dalla riorganizzazione interna. Con l’arrivo al vertice di Fioravanti la società ha infatti rafforzato i presidi di asset liability management, con l’intento di ridurre l’assorbimento di capitale (a parziale beneficio anche della controllante, Intesa Sanpaolo) e di sfruttare le potenzialità offerte da Solvency II.
Al momento è invece esclusa una riduzione di Intesa Sanpaolo nel capitale della compagnia: «Allo stato attuale – ha spiegato Fioravanti – non ci sono intenzioni da parte del gruppo di ridurre la partecipazione, non c’è nessuna indicazione di un possibile cambiamento della quota di possesso», se non altro perché «Intesa Sanpaolo Vita con un risultato netto di circa 500 milioni, ha contribuito nel 2014 per il 25% alla redditività complessiva del colosso bancario». Insomma, ha spiegato il manager, «continueremo ad essere un forte contributore all’interno di Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di lavorare in maniera sempre più integrata su vita, danni e previdenza».
Oggi Intesa Sanpaolo Vita fa leva su tre canali per distribuire i propri prodotti, ossia i la rete di banca dei territori, i promotori Fideuram, e il private banking. A questi network fisici si somma quello digitale – «Il vita è già completamente sul canale online, il danni ci sarà entro fine luglio» −, tassello cruciale del piano di sviluppo tecnologico della compagnia, che intende sfruttare al meglio un vantaggio competitivo che altre società non hanno: «la relazione a 360° con il cliente tramite una molteplicità di prodotti e servizi del gruppo è il grande valore della nostra strategia», ha sottolineato Fioravanti, ricordando che proprio in quest’ottica si sta lavorando a «un forte rinnovamento» della gamma prodotti sfruttando anche il centro per l’innovazione di Torino voluto da Carlo Messina con «un’offerta che parte dai bisogni dei clienti» e, nel modo «più semplice possibile, li affianca nelle scelte importanti della vita».
La compagnia si sta poi adattando al nuovo contesto dei mercati: per quanto riguarda il vita, Intesa Sanpaolo Vita sarà certamente meno orientata ai prodotti a capitale garantito. «Oggi ipotizzando 100 miliardi di riserve, 80 miliardi sono legate al ramo I e 20 miliardi al ramo III, il rapporto va evidentemente rivisto – ha evidenziato Fioravanti −. Si tratterà di un passaggio progressivo ma rappresenterà la tendenza del 2015-2016». Un arco temporale durante il quale Intesa Sanpaolo Vita modificherà anche la propria asset allocation riducendo il peso dei titoli governativi e dei corporate bond. «Guardando la composizione del nostro portafoglio, i titoli di stato italiano valgono circa il 60% degli investimenti; continueremo a sostenere la crescita del Paese guardando, però, anche ad investimenti alternativi». Anche perché, come ha poi sottolineato Fioravanti, a differenza di tutte le altre compagnia assicurative, Intesa Sanpaolo Vita, sta valutando la possibilità di inserire nel proprio piano di “investimenti” anche quelli creditizi: «è un campo sul quale stiamo facendo delle riflessioni a sostegno dell’economia reale, sia nella forma della concessione diretta che in quella di fondi specializzati nel credito d’impresa». Un’opportunità che in un’ottica di lungo periodo e nei limiti prudenziali previsti dalla normativa, ossia il 5% delle riserve, la compagnia è pronta a cavalcare sfruttando le competenze presenti nel gruppo.