(Autore: Carlotta Scozzari – La Repubblica)
L’Assemblea dei soci Pirelli voterà per dare copertura assicurativa nella cause in sede civile. I dirigenti saranno protetti dal rischio di risarcimenti e dalle spese giudiziare per danni prodotti alla società stessa o a terzi. L’azienda: prassi internazionale
Poco dopo l’annuncio dell’ingresso dei cinesi di Chemchina al controllo, la Pirelli porta in assemblea una manleva assicurativa a tutela dei vertici. Tra i punti all’ordine del giorno dell’assise del 14 maggio, spunta l’introduzione di una «copertura assicurativa a fronte della responsabilità civile dei componenti degli organi sociali e del management contro il rischio che questi, nello svolgimento delle proprie funzioni, cagionino danni patrimoniali a terzi o a chiunque abbia un interesse nella società». Quel che in gergo viene definito “Directors’ and Officers’ Liability Insurance” (D&O). Fonti vicine alla società precisano che una simile polizza esiste già da oltre 15 anni ma che ne sono state modificate alcune caratteristiche «per meglio allinearsi alle best practice di governance utilizzate in altri paesi» e che è la prima volta che la copertura assicurativa viene portata in assemblea, «in un’ottica di maggiore trasparenza». Un passo in direzione di una maggiore trasparenza che coincide con una fase particolarmente delicata per Pirelli, in cui, da una parte, si punta a fare salire al controllo i cinesi; e, dall’altra, a condurre per un po’ la società fuori dalla Borsa (a seguito del lancio dell’offerta pubblica obbligatoria).
In vista dell’appuntamento di il gruppo della Bicocca guidato da Marco Tronchetti Provera (nella foto, di AP Photo/Antonio Calanni), in un documento ufficiale, spiega agli azionisti che il ricorso alla copertura assicurativa «rappresenta una prassi internazionale diffusa nei mercati finanziari, al fine di fornire una salvaguardia dei componenti degli organi di gestione e di controllo, consentendo loro di svolgere con serenità e nell’interesse della società i compiti attribuitigli contenendo i rischi connessi allo svolgimento delle funzioni». In pratica, spiega ancora il documento, consiglieri, sindaci e dirigenti del gruppo vengono «manlevati dall’onere di risarcimento dei danni patrimoniali derivanti da responsabilità civile, nonché delle spese giudiziali connesse alle eventuali azioni di responsabilità intentate da terzi lesi da atti compiuti dai componenti degli anzidetti organi sociali nell’esercizio delle loro funzioni». L’assicurazione, che esclude i casi di dolo e colpa grave e prevede un premio annuo di 2-2,5 milioni con un massimale di 120-150 milioni, opera a tutela del patrimonio sia dei vertici sia delle società del gruppo. Inmaggio, somma, se per qualche motivo, un qualsiasi soggetto vicino a Pirelli, soci compresi, un domani dovesse rivendicare un risarcimento in sede civile, scatterebbe l’assicurazione fino a 150 milioni di danni. Del resto, l’azionariato del gruppo della Bicocca, che con l’arrivo dei cinesi ora è al quarto riassetto in cinque anni, è quanto mai variegato e si trova a dovere mettere d’accordo tante teste e personalità forti. Da qui la possibilità che nascano tensioni e incomprensioni, come del resto già accaduto negli anni scorsi per esempio con gli azionisti genovesi della famiglia Malacalza (ora al 7% di Pirelli).
Oltre al bilancio del 2014, l’assemblea sarà chiamata ad approvare l’acquisto di azioni proprie fino al 10% del capitale. Un’operazione che favorisce alcuni passaggi legati all’ingresso di Chemchina e alla procedura di uscita dalla Borsa, come il fatto che l’Opa raccolga il 95% di adesioni, senza contare che rende più semplice il raggiungimento delle maggioranze, anche qualificate, in eventuali future assemblee.