Opinione della Settimana

Tfr in busta paga, richieste al via dopo i test di convenienza

Busta paga - Tfr - Calcolo Imc

(Autore: Daniele Cirioli – ItaliaOggi Sette)

Le indicazioni dell’Inps e le relative valutazioni sulla quota integrativa di retribuzione

Conto alla rovescia per le prime richieste del Tfr in busta paga. A chi fa domanda entro la fine di aprile, infatti, l’erogazione della Quir («quota integrativa di retribuzione», che è appunto la quota maturanda mensile di Tfr che può essere richiesta in busta paga dai lavoratori) scatterà dal mese di maggio. L’erogazione, però, non sarà contestuale a tutti i lavoratori; ai dipendenti delle aziende che decidano di avvalersi del finanziamento assistito da garanzia Inps (aziende con meno di 50 dipendenti), infatti, la prima liquidazione è differita di tre mesi. Insomma, in linea di principio, i lavoratori che fanno domanda entro il 30 aprile avranno diritto alla Quir per i mesi da maggio 2015 a giugno 2018 con erogazione sui cedolini relativi agli stessi mesi; se dipendenti da aziende che accedono al finanziamento garantito avranno comunque diritto alla Quir per i mesi da maggio 2015 a giugno 2018, ma con erogazione posticipata di tre mesi, cioè sui cedolini relativi ai mesi da agosto 2015 (Quir maggio 2015) a settembre 2018 (Quir giugno 2018).

Sei mesi… La regola del «silenzio assenso» produce effetto sei mesi dopo l’assunzione; perciò, i lavoratori hanno esattamente questo tempo (sei mesi) per decidere le sorti del loro Tfr. «Sei mesi», però, è anche la condizione di anzianità minima di lavoro richiesta ai lavoratori per poter avvalersi della facoltà di ricevere il Tfr in busta paga.

I due adempimenti, pertanto, almeno in relazione ai lavoratori nuovi assunti sono destinati ad accavallarsi (nel novero di «nuovi assunti» possono essere considerati tutti i lavoratori assunti dal mese di novembre 2014 in avanti, per i quali il semestre scadrà da aprile 2015 in poi).

Infatti, il lavoratore che viene assunto a tempo indeterminato (oppure a termine, per la durata superiore a sei mesi):

a) entro sei mesi, potrà esprimere la scelta sul futuro del Tfr: se destinarlo a un fondo pensione o se conservarlo come buonuscita (se non esprime scelta, come detto, finisce nel fondo pensione o a FondInps);

b) il giorno dopo la scadenza del primo semestre di occupazione, potrà decidere di ricevere il Tfr in busta paga.

La seconda scelta (Tfr in busta paga) potrà essere fatta con i seguenti termini estremi:

  • dal 3 aprile al 30 aprile 2015, per ricevere 38 mesi di Quir (cioè da maggio 2015 a giugno 2018);
  • (ultima possibilità) dal 1° al 31 maggio 2018, per ricevere un solo mese di Quir (cioè il mese di giugno 2018).

Va da sé che la scelta fatta nei mesi intermedi (da maggio 2015 ad aprile 2018) ridurrà i mesi di Quir (tra 37 e 2 mesi). Attenzione; la scelta per il Tfr in busta paga è irrevocabile. Una volta fatta, non ammette ripensamenti.

Pochi, maledetti e subito. La monetizzazione del Tfr in busta paga rappresenta, dunque, la terza opzione sul Tfr che già oggi, come detto, i lavoratori dipendenti possono/devono fare entro sei mesi dall’assunzione. Insomma, oltre a poterlo destinare a un Fondo pensione (per una pensione di scorta) oppure a mantenerlo presso la propria azienda come buonuscita, possono decidere di «monetizzarlo» subito, cioè di riceverlo mensilmente in busta paga. L’operazione, introdotta dalla legge Stabilità 2015, doveva operare per 40 mesi, cioè da marzo 2015 a giugno 2018. Il ritardo della pubblicazione del dpcm n. 29/2015 di attuazione, però, ha fatto slittare il tutto di due mesi. Insomma, i mesi di Quir (così si chiama la quota mensile maturanda di Tfr che finisce in busta paga) che si possono avere sono massimo 38: da maggio 2015 (non prima) a giugno 2018.

La domanda. I lavoratori interessati al Tfr in busta paga devono farne richiesta direttamente ai rispettivi datori di lavoro. A tal fine è sufficiente presentare la domanda (compilata e firmata), redatta sulla base del modello allegato al dpcm n. 29/2015 e riprodotto in pagina. Il modello è molto semplice: vanno indicati i propri dati anagrafici, completati del codice fiscale, oltre una serie di dichiarazioni già precompilate da sottoscrivere.

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