(di Ottavia Giustetti – La Repubblica Torino)
Un ispettore dell’ente di vigilanza racconta in aula che il presidente sapeva dei trucchi di bilancio della compagnia già nel 2009 ma per molti mesi fece in modo che non partissero i controlli
L’Isvap era a conoscenza dello strano sistema che Fondiaria Sai utilizzava per truccare i bilanci, sottostimando la voce delle riserve. Il capo della vigilanza, Giuseppe Cucinotta, aveva più volte sollecitato il presidente, Giancarlo Giannini, affinché disponesse un’ispezione nella compagnia assicurativa. “Ma le risposte furono interlocutorie per anni, come di chi intende prendere tempo”, finché lo stesso Cucinotta venne destituito dal proprio incarico. L’ex capo della vigilanza Isvap ha parlato questa mattina in aula come testimone a Torino in una udienza del processo per il falso in bilancio di Fonsai del 2010 oggetto di una inchiesta del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Cucinotta ha ricostruito il clima di “connivenza” che vigeva all’interno dell’organo di vigilanza e soprattutto da parte del presidente Giannini che è sotto processo (trasferito da Milano a Roma) per corruzione insieme all’ingegnere Salvatore Ligresti.
“Il mio ufficio rilevò gravi anomalie nelle riaperture dei sinistri che a nostro avviso avevano un peso eccessivo ed erano diventate un fenomeno patologico della compagnia assicurativa – ha detto Cucinotta rispondendo alle domande del pm, Marco Gianoglio –. Era il 23 dicembre 2009. Ci fu in Isvap una riunione nella quale si decise di attendere prima di avviare una ispezione. Tra gennaio e febbraio 2010 sollecitammo ancora l’ispezione in un appunto al presidente e chiedemmo di allargare le verifiche. Ebbi uno scontro violento con il presidente che mi convocò nel suo ufficio e che mi disse che lo studio effettuato dai miei uffici era stato reso pubblico e che poteva danneggiare la compagnia assicurativa”.
Giannini, insomma, era a conoscenza delle anomalie nel bilancio di Fondiaria Sai già a metà del 2009. Ma solo ad agosto 2010 dispose che si partisse con l’ispezione. “E perdipiù – ha raccontato Cucinotta – venne invertito l’ordine dell’indagine passando dal problema delle riserve come priorità a quello della governance”. Quando Cucinotta segnalò che la compagnia aveva affidato all’ingegnere, Salvatore Ligresti, quattro milioni di euro di consulenze senza pezze d’appoggio, il presidente Giannini lo fece destituire dall’incarico. “Ci incontrammo nel suo ufficio e lo scontro fu molto duro – ha raccontato – io dissi che sapevo perché ero stato spostato, lui si limitò a rispondermi che era per esigenze organizzative”.