Opinione della Settimana

Procede molto lentamente il distacco del Vita dai BTp

(di Federica Pezzatti – Plus24)

Qualche compagnia inizia a osare puntando sui fondi chiusi: Mediolanum Vita investe su Tenax Credit

Il pressing di banche e Poste ha portato le riserve del ramo Vita possedute dalle famiglie a quota 518 miliardi di euro pari al 13,2% del totale delle attività dei risparmiatori. Un dato impressionante se si considera che si sta quasi realizzando il sorpasso rispetto ai titoli obbligazionari: titoli di Stato e bond privati (italiani e esteri) nel loro insieme pesano per il 13,4%, mentre le quote di fondi comuni nei depositi titoli dei risparmiatori non raggiunge il 10%.

Le polizze stanno dunque conquistando la fiducia, con flussi in aumento da 18,6 miliardi del 2013 a 46,4 miliardi del 2014. Anche se a occhi meno ingenui non sfugge che in realtà a proporre con enfasi questi prodotti sono gli sportelli che «a fronte di esigenze di finanziamento contenuto e per sostenere i ricavi da commissione hanno favorito la ricomposizione del risparmio», come spiega la stessa relazione della Banca d’Italia.

Ma dove sono investite le riserve tecniche delle compagnie Vita che, stando ai dati più recenti avrebbero raggiunto ormai i 530 miliardi di euro (fonte Ivass)? E come faranno a essere sostenibili gli impegni presi soprattutto sulle ramo I che rappresentano ancora circa l’80% della nuova raccolta? I dati pubblicati dalla Banca d’Italia, che confrontano assicurazioni e Sgr, confermano che compagnie assicurative (vedi grafico sottostante) sono gli investitori istituzionali più legati ai titoli di Stato. A influenzare la scelta c’è sicuramente l’elevato rendimento retrocesso negli scorsi anni dai BTp, ma in tempi di tassi a zero, probabilmente anche le compagnie dovranno cambiare marcia. Il calo dei tassi di mercato peraltro ha determinato un nuovo incremento delle plusvalenze nette prevalentemente originate dai titoli di Stato italiani, in via di abbandono da parte dei privati. Ma su questo fronte in attesa dell’evoluzione di Grexit è meglio essere prudenti. E proprio l’eccessiva dipendenza dai BTp fa riaffiorare il problema della diversificazione. Dalle indagini periodiche condotte da Ivass emerge che i principali gruppi stanno puntando su titoli esteri, in particolare dell’area euro. Mentre il ricorso ad attività illiquide e a titoli non quotati resta basso: i minibond (accessibili dopo le modifiche del 2013) e fondi chiusi restano una rarità. Per non parlare dell’erogazione diretta del credito alle imprese (apertura del giugno 2014).

Assicurazioni - Investimenti in Italia (Plus24 30.05.2015) Imc

Spera in un futuro più diversificato anche Massimo Figna, Ceo e fondatore di Tenax Capital, società che nei giorni scorsi ha presentato Tenax credit italian fund, un costituendo fondo chiuso di diritto irlandese dedicato all’erogazione del credito alle Pmi italiane con target di rendimento 5%-6% annuo. L’obiettivo di raccolta è fissato a 150 milioni di euro (di cui il 50% già sottoscritto, secondo quanto riferito dal manager). A fare da «sponsor» all’iniziativa è stato lo stesso Ennio Doris, che con Mediolanum Vita ha investito 5 milioni di euro prelevate dalle gestioni separate del gruppo. Il fondatore di Mediolanum ha tenuto a rimarcare il forte valore simbolico: è tempo che il risparmio raccolto venga veicolato nel tessuto economico italiano per sopperire al sistema bancario che difficilmente eroga finanziamenti a lungo termine.

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