Tra le iniziative del gruppo assicurativo bolognese una campagna di sensibilizzazione, un premio agli esercizi aderenti a campagne di contrasto al gioco e l’impegno a non investire e a non fare credito ad imprese esclusivamente attive nel gioco d’azzardo
Il Gruppo Unipol, in occasione dell’incontro “Calcolare il rischio non è mai un azzardo”, svoltosi nella giornata di ieri a Milano, ha presentato il progetto “Per gioco non per azzardo” che ha l’obiettivo “di promuovere, in coerenza con i valori di solidarietà, lungimiranza e responsabilità e attingendo all’esperienza maturata nella gestione di eventi aleatori, la prevenzione dei rischi legati alla pratica del gioco d’azzardo, con particolare attenzione ai soggetti vulnerabili a sviluppare una condizione patologica in seguito alla presenza di fattori individuali e socioambientali”.
L’appuntamento è stato moderato dal direttore del mensile Vita Riccardo Bonacina ed ha visto la partecipazione di Ada De Cesaris, Vicesindaco Comune di Milano, Mauro Croce, psicologo presso ASL VCO e docente alla SUPSI di Lugano, Simone Feder, Presidente della federazione COM.E, Maurizio Fiasco, sociologo, esperto della Consulta Nazionale Antiusura e Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol.
Il ministero della Sanità – si legge in una nota – stima che una percentuale compresa tra lo 0.5% e l’1% della popolazione italiana abbia sviluppato forme di gioco problematico, l’anticamera della “Sindrome da gioco patologico”, elencata dall’OMS tra le forme di dipendenza. In Lombardia il numero di pazienti che hanno richiesto assistenza all’ASL per problemi legati al gioco patologico è aumentato del 40% in un anno (dal 2011 al 2012). Preso atto di questa situazione il Gruppo Unipol “ha dato vita a un percorso interno volto a mappare ciò che ogni ufficio effettua in relazione al settore Gambling e, successivamente, a costruire un piano d’azione che veda coinvolti tutti i dipendenti, la rete agenziale, le politiche commerciali, lo sviluppo prodotti e la politica di investimento”.
In particolare, dalla mappatura del portafoglio del Gruppo, emerge come non esistano investimenti in società quotate sui mercati finanziari globali legati al settore del gioco e delle scommesse.
L’analisi delle partecipazioni societarie in essere – prosegue la nota – evidenzia come sia possibile escludere qualunque forma di esposizione al settore. L’esame delle società Diversificate di UnipolSai mostra, inoltre, “come non risultano locali affittati negli immobili di proprietà del Gruppo dedicati ad attività prevalentemente di gioco d’azzardo o che siano dati in locazione a società collegate al settore Gambling”. Con riferimento ai dipendenti, le attività di comunicazione “risultano orientate a fornire indicazioni trasparenti per il contrasto ai fenomeni delle dipendenze, dei comportamenti devianti ed in particolare del gioco d’azzardo”.
Il gruppo assicurativo bolognese ha anche previsto la possibilità, nel corso del 2015, di avviare una serie di iniziative strategiche “volte a introdurre nel Codice Etico un elemento esplicito di tutela di soggetti vulnerabili di fronte al rischio dipendenze, attuare un percorso di formazione rivolta al personale delle strutture di Audit, realizzare una campagna di prevenzione indirizzata alla popolazione, testare forme di Convenzione con soggetti pubblici per premiare gli esercizi commerciali del territorio aderenti a campagne di contrasto al gioco d’azzardo”.
Con riferimento alle politiche da attuare nel medio/lungo termine – conclude la nota – “la promozione dei comportamenti di prevenzione e di protezione dal rischio del gioco d’azzardo è declinata in tre assi di indirizzo: studio, definizione ed applicazione di strumenti di gestione e istruzioni per integrare nelle proprie modalità operative la diffusione di una sensibilità sui rischi del gioco, trasferimento dell’azione di prevenzione sui prodotti e servizi offerti dal Gruppo e supporto alla diffusione di una sensibilità verso il tema”.
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