(di Cristina Pastore – La Stampa Novara e Vco)
Scoperto maxi raggiro a un’assicurazione per pagare meno
Un maxi raggiro ai danni di Genialloyd è stato portato alla luce dalla sezione «reati contro il patrimonio» della squadra Mobile di Verbania. Truffa in concorso e falsità in scrittura privata sono i reati contestati alle 21 persone indagate. Quella emersa al termine dell’attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Laura Carrera potrebbe però essere solo la punta dell’iceberg di un «business illecito» ben più esteso, in cui a perderci erano le compagnie assicurative e a guadagnarci una ventina di persone, per lo più nomadi sinti italiani, e soprattutto il personaggio chiave del piano truffaldino: un uomo di 58 anni di origini siciliane ma residente a Novara (E.P. le iniziali). È già noto alle forze dell’ordine perché specializzato – dopo anni di esperienza maturata onestamente nel ramo assicurativo – di truffe nel settore.
Il meccanismo, piuttosto complesso, con cui agivano s’inseriva nella possibilità consentita dalla legge – di intestare la polizza Rc auto a soggetti diversi dal proprietario del veicolo. Così i venti compiici dell’intermediario risultano residenti in province piemontesi, lombarde ed emiliane a basso rischio di incidenti, ma in realtà venivano sfruttate in Campania.
Meccanismo articolato
Un fattore che riduce il costo della polizza assicurativa: non a caso la «clientela» di riferimento era composta da proprietari d’auto e moto circolanti in provincia di Napoli, dove il rischio in termini assicurativi è ben maggiore.
Attraverso la falsificazione di documentazione che attestavano il trasferimento di proprietà ai compiici, l’uomo residente a Novara riusciva dunque a ottenere polizze vantaggiose per i propri clienti, con un tornaconto – si presume – soddisfacente per tutti, ma non per la compagnia assicurativa, che per ogni polizza incassava un premio anche di 400-500 euro inferiore a quello che in realtà avrebbe dovuto ottenere.
L’inizio delle indagini
«L’attività investigativa, che ha anche coinvolto le procure di Novara e Milano, è stata avviata a ottobre, su segnalazione di una concessionaria verbanese, la RenCar, che poi sporse querela per falsità in scrittura privata. Il titolare – spiega l’ispettore capo della squadra Mobile Franco Negri – si rivolse a noi dopo che Genialloyd di Milano aveva chiesto verifiche su quattro moduli di cessione conto vendita, che riportavano i loro timbri e intestazione, ma che RenCar non aveva mai rilasciato. Già da un primo controllo risultò che la falsificazione di documenti, per ottenere le polizze tarate su rischi minori, riguardava almeno una decina di casi».
Documenti falsificati
«Con questo impegnativo lavoro d’indagine, gli uomini della squadra Mobile – evidenzia il dirigente Cristiano D’Attino – hanno scardinato un meccanismo che altrimenti avrebbe continuato a funzionare producendo danno economico, per quanto a oggi è stato appurato, a una compagnia assicurativa, ma le parti lese potrebbero essere anche di più».
Sono stati altri concessionari oltre a RenCar, insieme ad agenzie di pratiche automobilistiche, a subire la falsificazione di moduli per la finta cessione di veicoli, con l’obiettivo di premi più vantaggiosi rispetti ai reali profili di rischio degli assicurati.
I contratti, viziati da falsità, stipulati con la sconosciuta clientela napoletana sono stati impugnati dall’assicurazione milanese.