(di Alberto Grassani – Il Sole 24 Ore)
Ivass, il presidente Rossi annuncia il nuovo corso dell’Authority e la fine delle 3mila procedure sanzionatorie
L’Ivass è pronta a rivedere le modalità di vigilanza del settore assicurativo. Prendendo spunto dalle «migliori pratiche della Banca d’Italia», l’Authority presieduta da Salvatore Rossi punta ad aumentare il dialogo diretto con i consigli d’amministrazione delle compagnie, come già è avvenuto nei mesi scorsi con le consegne di rapporti ispettivi agli amministratori, per promuovere un modello di vigilanza «preventiva» e «non sanzionatoria». Un dato, dei tanti indicati da Rossi nella relazione annuale dell’Istituto, mostra subito le differenze fra la vigilanza nel settore creditizio e quella nel comparto assicurativo: «Per le banche – spiega il presidente dell’istituto –, la Banca d’Italia istruisce 100 procedure sanzionatorie ogni anno, a carico di 900 persone; per le assicurazioni, l’Ivass ne istruisce 3.000». In futuro, è l’obiettivo, i numeri dovranno essere diversi. «Vorremmo poter dedicare – ha spiegato Rossi – più risorse a quella parte della vigilanza che è socialmente più utile, cioè quella che mira a prevenire i problemi. Ispezioni sul campo e analisi dei dati ne sono gli strumenti principali». Attualmente, invece, «molte nostre brave risorse sono assorbite dalla vigilanza “punitiva”: sanzioni, liquidazioni». E questo perché il vecchio apparato normativo impone oggi un approccio sanzionatorio.
Una pletora di multe, peraltro, spesso poco efficaci e incapaci di svolgere un’azione deterrente: «La legge impone di sanzionare infrazioni anche minime; ma per tutte, incluse quelle massime, fissa sanzioni pecuniarie solo a carico delle imprese, non delle persone fisiche degli amministratori o dirigenti, e per di più in una misura (23 milioni per il complesso del sistema lo scorso anno, lo 0,02% dei premi) che le imprese sanzionate assorbono tranquillamente nei conti aziendali, al più traslando l’onere sui prezzi», ha spiegato Rossi. L’effetto di deterrenza, «fatta eccezione per la perdita di reputazione, è dunque molto modesto».
Il futuro della vigilanza Ivass, sarà così meno sanzionatorio e più preventivo, con una maggiore attività all’interno delle compagnie e a contatto diretto con i consigli d’amministrazione: «Avvertiamo la necessità di un rapporto evoluto con le imprese, basato sulla condivisione delle valutazioni sui rischi», ha sottolineato Rossi, «Solvency 2 lo implica: fornisce una metrica di valutazione del rischio basata su criteri economici, quindi un linguaggio comune con cui dialogare». L’Ivass del futuro «non si accontenta di un approccio di cruda compliance», non si limiterà «a riscontrare difetti di conformità alle norme», ma porterà all’attenzione degli amministratori le disfunzioni organizzative e indicherà «gli ambiti di rafforzamento della gestione e dei controlli interni».
Si parla solo di compagnie e non di intermediari. Forse noi non veniamo sanzionati anche a fronte “di infrazioni minime”?