(di Sergio Governale – Il Mattino)
Assicurazioni, tariffe ancora alte: impennata di veicoli senza copertura. Il ministro Guidi: attendo che i premi continuino a calare
Un lungo esercito di vetture «fantasma», le cui fila crescono di anno in anno. Sono quelle che circolano senza copertura Rc auto e che nel 2014 hanno sfiorato i 4 milioni, di cui quasi la metà al Sud. A stimarlo è l’Ania, l’Associazione nazionale frale imprese assicuratrici, nell’assemblea annuale tenutasi ieri. A lanciare l’allarme sul fenomeno è il presidente Aldo Minucci, spiegando che i veicoli senza responsabilità civile l’anno scorso hanno raggiunto quota 3,9 milioni, pari all’8,7% del parco-auto circolante, in «progressivo e preoccupante innalzamento» rispetto ai 3,5 milioni del 2013 e ai 3,1 milioni del 2012. La quota sale al 13,5% al Sud (era al 13,1% nel 2013 e all’11,9% nel 2012), all’8,5% al Centro (dall’8,1% del 2013 e dal 6,4% del 2012) e al 6,2% al Nord (era al 5,3% nel 2013 e al 4,6% nel 2012). Nel Meridione i veicoli non assicurati sono pertanto oltre 1,86 milioni.
«È un fenomeno che si riflette su che debbono pagare un sovrapprezzo destinato al fondo di garanzia per risarcire gli incidenti causati dai non assicurati. La dematerializzazione del contrassegno, che troverà applicazione dal prossimo 18 ottobre, costituirà un prezioso strumento per ridurre drasticamente l’evasione assicurativa».
Le cause del mancato pagamento della copertura? Senz’altro la crisi, cui si associa però un diffuso malcostume «italico». In realtà, chiarisce il leader delle compagnie nazionali, il numero di incidenti stradali è diminuito nel 2014 «per il minor utilizzo dei veicoli per effetto della recessione», che però nel 2015 vede un’inversione di tendenza.
Ecco perché il costo medio dell’Rc auto è in calo, pari in media a 40 euro in meno l’anno scorso rispetto al 2013. La copertura media costa 475 euro, valore che però al Sud, in particolare a Napoli e provincia, lievita fino a più che raddoppiare per la maggiore «rischiosità» dell’area in cui si continua a registrare il maggior numero di sinistri. Nel complesso, si legge nel documento, gli italiani hanno risparmiato 1,3 miliardi per assicurare un numero di veicoli rimasto pressoché invariato. Ma «se si vuole rendere strutturale il calo dei prezzi della Rc auto – sostiene – appaiono necessari e urgenti nuovi interventi normativi volti al contenimento del costo dei sinistri. Vanno in questo senso alcune delle misure contenute nel disegno di legge Concorrenza», pur ammettendo che in qualche caso potrebbero essere ulteriormente migliorate.
Il Ddl è contestato da sindacati e associazioni di categoria in quanto, secondo loro, sarebbero troppo favorevoli agli interessi delle compagnie a scapito dei diritti delle carrozzerie e dei consumatori, non costituendo neanche un valido baluardo contro le frodi e una soluzione per la riduzione delle polizze, scese invece per l’Ania del 15% negli ultimi tre anni. Il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi, presente ieri all’assise delle compagnie, si è limitata a dire che con la riforma in arrivo sono attesi premi in calo e sconti. Sul fronte dell’Rc auto «abbiamo voluto rimuovere distorsioni e incertezze che hanno rappresentato una tassa implicita per le compagnie assicurative, ma soprattutto per gli assicurati. Mi aspetto che i premi continuino a calare e che gli sconti per i consumatori che accettano le clausole disciplinate dal Ddl Concorrenza siano realmente significativi».
Ma i consumatori non ci stanno: il calo delle tariffe di 40 euro è «una goccia nel mare» secondo il presidente Codacons Carlo Rienzi, visto che tra il 1994 e il 2013 le polizze sono aumentate del 250%. Rienzi ricorda poi il divario «immenso» tra i prezzi al Nord e al Sud: in Campania si spende infatti più del doppio che in Trentino.
Per Federconsumatori e Adusbef il dato Ania sul calo di 40 euro «rimane decisamente sovrastimato». In realtà nel 2014, secondo le due associazioni, è proseguito un aumento, anche se limitato rispetto agli anni precedenti, che oscilla tra 1 e 1,5%. «Bisognerebbe capire con che criteri e con quali parametri viene effettuato tale calcolo, dal momento che a noi non risulta affatto tale diminuzione», proseguono. E il trend, dicono, «si conferma e prosegue anche nel 2015». Per questo i consumatori si aspettano «misure più efficaci per una diminuzione marcata di tali costi: misure che non sono contenute, purtroppo, nel Ddl Concorrenza, che si limita a dei banali e lievi palliativi, decisamente insufficienti perincidere realmente in un mercato dove la concorrenza è ancora un lontano miraggio».