(di Giovanni Parente – Quotidiano del Fisco)
L’organismo della Commissione europea chiede approfondimenti sul settore assicurativo
Il nuovo principio contabile Ifrs 9 sul trattamento degli strumenti finanziari in bilancio fa un ulteriore passo avanti verso l’approvazione definitiva.
L’Efrag (l’organismo di consultazione della Commissione europea in materia contabile) ha dato il suo via libera, con una lettera di endorsement, alle nuove regole che si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2018 e che impatteranno soprattutto sull’indicazione in bilancio delle perdite su crediti. Un via libera in cui, però, viene chiesto allo Iasb (il board internazionale che si occupa della definizione degli standard contabili) di trovare una soluzione in tempo utile per l’utilizzo obbligatorio in relazione al settore assicurativo con un nuovo Ias sulle passività. In questo caso, infatti, si verificherebbe un problema di disallineamento tra la valutazione degli attivi delle compagnie (calcolati secondo Ifrs 9) e le passività su cui non è ancora intervenuto il nuovo principio sui contratti assicurativi. Ecco perché, se lo Iasb non trovasse una soluzione nel breve periodo, l’Efrag propone che le compagnie assicurative non siano obbligate ad applicare l’Ifrs 9 dal 2018.
Una delle novità rilevanti del principio per banche e istituti finanziari è la necessità di indicare anche per i crediti performing (si tratta sostanzialmente quelli per i quali c’è ancora solvibilità) le perdite attese che si manifesteranno nei dodici mesi successivi. E questo potrebbe portare a un aumento significativo degli accantonamenti nel momento in cui il principio diventerà operativo.
L’Oic (organismo italiano di contabilità) nel suo via libera all’Ifrs 9 aveva chiesto una valutazione degli impatti sul bilancio degli istituti di credito (si veda “Strumenti finanziari, censiti anche i crediti in peggioramento”, di Giovanni Parente, Quotidiano del Fisco, 16.07.2015). Ora l’Efrag riconosce che non è possibile avere dati quantitativi prima del 2017 perché gli istituti di credito dovrebbero fare forti investimenti, perciò raccomanda che l’attività di implementazione sia attentamente monitorato.
Spetterà all’Arc (Accounting regulatory committee) esaminare l’omologazione del principio. Dopo il via libera ci sarà il passaggio al Parlamento e al Consiglio europeo. A meno di altri intoppi, il sì definitivo dovrebbe arrivare entro il primo trimestre 2016.