Opinione della Settimana

Davide Passero (AD Alleanza): Come assicurarsi il futuro

Davide Passero (4) Imc

(di Luca Mascia – L’Unione Sarda)

Al Forte Village di Pula (CA) convention di Alleanza destinata ai 72mila clienti sardi: “Chi investe chiede protezione e sicurezza”

Assicurarsi un futuro. Un impulso quasi naturale. La ricerca di solide certezze tra le mille incognite economiche di questi anni. E il primo pensiero va a famiglia, casa e lavoro. Fondamenta di un’esistenza indebolita dalla crisi. Un’esigenza crescente di protezione su cui il settore assicurativo e previdenziale sta costruendo floridi bilanci, ma anche cambiando il rapporto con la clientela, rafforzato da nuove tecnologie e prodotti flessibili. La conferma arriva da Alleanza Assicurazioni, società del Gruppo Generali, riunita da domenica e fino a domani al Forte Village di Pula per la Convention 2015. L’occasione giusta per l’amministratore delegato, Davide Passero (nella foto), di svelare soddisfatto ai circa mille dipendenti arrivati in Sardegna da tutta Italia e ad altri quindicimila collaboratori collegati con i social network, rendiconti semestrali in crescita con doppia cifra percentuale.

La crisi ha stravolto anche le strategie del settore assicurativo?

«Gli scenari cambiano e noi ci stiamo adeguando. Sono arrivato a capo di Alleanza Assicurazioni nell’ottobre dello scorso anno e ho voluto intraprendere una nuova strada incentrata sullo sviluppo sostenibile della compagnia. La chiave per qualsiasi struttura capillare che punti a rafforzarsi sul territorio e crescere».

Un concetto che si traduce…

«Nella più stretta vicinanza al cliente, accudito maggiormente anche grazie alla tecnologia e nell’offerta di prodotti duttili, più congeniali a un mercato complesso che non si accontenta come una volta, ma chiede diversificazione degli investimenti e maggiori tutele da spalmare nel medio e lungo termine».

Una strategia valida anche nei prossimi anni?

«La sostenibilità delle nostre scelte sta in questo obiettivo. Abbiamo fissato linee guida che ci condurranno al 2018, vogliamo conseguire risultati ripetibili nel tempo cercando di innestare nelle radici ultrasecolari della nostra compagnia il seme dell’innovazione tecnologica».

Parla di tablet e digitalizzazione?

«Le tecnologie non bastano se non hai chi le sa utilizzare. Alleanza si affida a 3.500 dipendenti sul territorio che a loro volta coordinano migliaia di giovani collaboratori dall’età media di 38 anni. Il terreno più fertile per instaurare un dialogo moderno e diretto con gli utenti. Un rapporto che deve svilupparsi direttamente a casa del cliente, senza più lunghe pile di carte da leggere o perdite di tempo in agenzia. Per questo motivo entro il 2016 tutta la nostra rete sarà abilitata alla vendita in mobilità».

Come è cambiata la clientela in questi anni?

«Dal nostro punto di osservazione abbiamo capito che il consumatore oggi chiede di più. Non si accontenta del classico piano pensionistico né della solita polizza. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è tra le più alte al mondo e il rendimento irrisorio dei titoli di Stato le ha convinte a diversificare gli investimenti tramite soluzioni più sofisticate. Il flusso di risparmio verso l’assicurazione è più legato alle destinazioni d’uso, all’acquisto di una casa, alla nascita di un figlio. Tutti eventi che spingono a un maggiore bisogno di protezione e garanzie».

E le compagnie come si sono adattate?

«Ci siamo orientati verso i prodotti ibridi. Programmi di investimento modulari che possono combinare diversi gradi di contenuto, rischio e garanzia. Piani di accumulo risparmio che uniscono la protezione dell’investimento assicurativo a una maggiore flessibilità, con la possibilità di capitalizzare i propri risparmi anche proiettandosi verso mercati azionari».

La Sardegna rappresenta un mercato attraente?

«L’Isola è per noi un contesto giovane e promettente proprio per i motivi di cui ho parlato. Non a caso in Sardegna diamo lavoro a 600 persone e assistiamo 72mila clienti. L’espansione verso una clientela giovane e tecnologicamente alfabetizzata rientra tra le nostre priorità».

Una transizione che però non si farà dall’oggi al domani.

«Noi partiamo da un presupposto incrollabile: col prodotto assicurativo bisogna vendere un concetto di protezione e sicurezza. Si acquista un bene intangibile, valorizzabile solo con una costante assistenza diretta. E ciò che insegneremo ai nostri collaboratori, perché mi piace sempre considerarci come portatori sani di serenità».

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