Opinione della Settimana

Fondi integrativi, mattone e polizze. I “piani B” per arricchire la pensione

Pensioni - Calcolo Imc

(di Sandra Riccio – La Stampa Tuttosoldi)

Dal riscatto della laurea al prestito vitalizio: le soluzioni vincenti per ogni fascia d’età

E’ presto per riuscire a indovinare quanto davvero percepiremo al momento del pensionamento. I calcoli sono tanti, i coefficienti variano, occorre capire come si muoverà l’inflazione nei prossimi anni e se il Pil del Paese aumenterà e a che ritmo. La differenza la farà anche la carriera lavorativa di ciascuno di noi e pure l’andamento delle Borse. Senza contare che nuovi interventi e «riforme» potrebbero scombinare di nuovo le carte sul tavolo. In questo quadro complesso, l’unica certezza è che l’assegno pubblico sarà più leggero e che per alcune categorie, come quella dei lavoratori entrati nel mondo produttivo negli ultimi anni e che all’appuntamento con l’Inps arriveranno fortemente penalizzati da contratti discontinui e da contributi a singhiozzo, rischia di essere inesistente.

Meglio farsi due calcoli fin da subito e iniziare a pensare a un piano B per dare un po’ di consistenza al vitalizio della vecchiaia. Ottenere una pensione più ricca si può, occorre però pensarci con largo anticipo: la maratona che può essere affrontata anche con piccole cifre. Ecco cosa fare a 30, 40 e 50 anni e se davvero vale la pena fare qualche sacrificio per il futuro. A monte di tutto occorre però fare un’analisi del tenore di vita a cui si vuole puntare. La prima domanda a cui rispondere quindi è quella sull’ammontare di denaro in più di cui si avrà bisogno una volta andati in pensione. A quel punto diventa più chiaro quante risorse mettere in campo.

Trenta-quarant’anni

A 30 e a 40 anni le soluzioni viaggiano su binari paralleli. Per queste fasce di età la logica da sposare è quella dell’accantonamento, vale a dire quella di mettere da parte ogni mese una piccola parte del proprio stipendio. Chi parte prima, per esempio a 30 anni, avrà il grande vantaggio di avere più tempo a disposizione per formare un gruzzolo per la vecchiaia e di conseguenza anche la cifra da mettere da parte ogni mese sarà più piccola. «La logica dell’accantonamento può seguire diverse strade – spiega Giuseppe Romano, direttore ufficio studi Consultique. E’ possibile scegliere di versare mensilmente una somma in un fondo previdenziale o in una polizza, come è altrettanto valido ipotizzare di comprarsi, poco a poco, un immobile da mettere a reddito e far fruttare negli anni per rivendere un giorno oppure per incassare ogni mese il canone». L’importante è che l’obiettivo sia ben chiaro e perseguito con costanza e soltanto per fini previdenziali. Un’altra ipotesi per aumentarsi l’assegno della pensione è quella del riscatto della laurea nel caso di chi l’ha conseguita. Da contributi più sostanziosi arrivati alla meta ma costa diverse migliaia di euro (esempio: per 4 anni si arrivano a pagare oltre 40 mila euro alle casse dell’Inps) e non tutti hanno queste disponibilità.

Cinquant’anni

Cosa fare a 50 anni? Il ragionamento è analogo a quello delle fasce di età precedenti. Certo rimane meno tempo per lavorare a una rendita futura e dunque le cifre da accantonare periodicamente diventano più consistenti (vedi tabella sottostante).

Come far crescere la pensione con i fondi integrativi (La Stampa 12.10.2015) Imc

Sessant’anni

E a 60 anni che si fa? E’ un’età questa in cui non rimane più molto spazio per degli accantonamenti di denaro, si va piuttosto in contro alla fase in cui consumare quanto messo da parte negli anni prima. Chi pensa di non arrivare a un assegno adeguato può guardare a nuove formule da poco comparse sul mercato proprio per cercare di offrire soluzioni a chi ha necessità di denaro. Sono le formule del prestito vitalizio ipotecario (chi ha più di 60 anni può ottenere un finanziamento da una banca dando in garanzia un immobile residenziale di sua proprietà) o della nuda proprietà (la vendita del proprio immobile mantenendo però la possibilità di viverci). Occorre naturalmente farsi bene i conti e capire se davvero, caso per caso, c’è convenienza nel prendere questo tipo di strada.

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