Opinione della Settimana

Solvency 2 e Fsb, il faro dei regolatori

Commissione Europea - Palazzo Berlaymont Imc

(di Andrea Greco – Repubblica Affari & Finanza)

A novembre l’elenco dei nove gruppi con rischi globali. Poi da gennaio i criteri patrimoniali UE più stringenti. Ma così complessi che il computer di un gruppo ci ha messo cinque giorni a calcolarli

Si racconta, nel mondo assicurativo, che mesi fa una compagnia ha schiacciato il pulsante “enter” sui suoi computer per calcolare il nuovo indice di patrimonio Solvency 2: un’enorme clessidra è comparsa, finché le macchine non hanno sfornato il dato. Dopo cinque giorni. Tanto sono complesse le norme imposte dai paesi membri dal 1° gennaio, a completare un percorso durato un decennio per pesare meglio il rischio degli investimenti assicurativi e rendere le compagnie più solide. A partire dai conti 2015 in diffusione a marzo, gli assicuratori dovranno soddisfare almeno il 100% dei nuovi requisiti di solvibilità richiesti entro un anno.

Con le regole attuali il patrimonio da stanziare a fronte delle riserve tecniche del Vita era un generico 4%, ma da gennaio i fondi investiti in azioni saranno caricati al 38%, quelli in infrastrutture al 39%, i private equity fino al 50%. Le nuove norme spiegano il taglio degli investimenti in equity degli assicuratori europei, sceso in 15 anni dal 15% medio mondiale a un 3,5% medio delle masse gestite. Con questi argomenti nelle scorse settimane gli assicuratori hanno risposto picche alla Commissione Ue (nella foto, Palazzo Berlaymont a Bruxelles, sede della Commissione), che le aveva invitate a giocare un ruolo da protagoniste nel piano Juncker da 300 miliardi di euro per rilanciare le economie europee; e hanno avuto buon gioco a ottenere uno “sconto” sull’assorbimento patrimoniale richiesto se si investe in una tipologia di opere infrastrutturali, definita ad hoc. Anche il Financial stability board, regolatore mondiale, ha acceso un faro sulle assicurazioni: le più grandi, che danno luogo a rischi sistemici, saranno più sorvegliate e dovranno mantenere un’eccedenza di capitale tra il 6% e il 25%, secondo la rischiosità. A novembre sarà aggiornato l’elenco dei 9 gruppi sistemici, finora comprende le europee Generali, Allianz, Axa.

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