(di Antonio Criscione – Plus24)
Un prodotto standardizzato a livello comunitario all’interno dell’unione del mercato dei capitali
Ampliare le possibilità per l’investitore, anche offrendo “alle famiglie migliori soluzioni per realizzare i loro obiettivi pensionistici”. È uno degli obiettivi dell’octìon pian per la Capital market union, l’Unione del mercato dei capitali, lanciato a fine settembre dalla Commissione Ue, sulla quale Assogestioni ha puntato di recente l’attenzione. L’obiettivo di dare più sicurezza pensionistica ai lavoratori dell’Unione è strettamente collegata a quella di un più efficiente finanziamento dell’economia reale. Il piano della Ue quindi è rilevante tanto per coloro che agiscono per conto delle famiglie, in modo speciale i fondi pensione, tanto direttamente delle prime. Matti Leppälä, chief executive di PensionsEurope, associazione che raccoglie diversi fondi su scala continentale, ha visto nell’Action plan un’occasione per superare gli ostacoli che ancora rimangono e incrementare le opportunità di investimento per i fondi pensione e per gli altri fondi istituzionali.
Assogestioni, che ha commentato il documento comunitario con una propria circolare, ha posto l’accento anche sulle conseguenze che avrà, ai fini del terzo pilastro previdenziale. Nel documento della Commissione infatti si dice che l’esecutivo comunitario analizzerà i «modi per ampliare le opzioni di risparmio a fini pensionistici», ma anche che agirà per «creare un mercato dell’Ue per le pensioni private individuali, per cui gli organismi che erogano pensioni potrebbero optare nel quadro della loro offerta di pensioni private in tutta l’Ue». Inoltre negli obiettivi della Commissione viene segnalato anche quello di «creare un passaporto europeo per i fondi efficace, che consenta di eliminare commissioni e barriere transfrontaliere, per aumentare la concorrenza e la possibilità di scelta dei consumatori».
Nel green paper preparatorio sulla Cmu sulle pensioni integrative si osservava che «si tratta di capire se l’introduzione di un prodotto standardizzato, ad esempio attraverso un regime paneuropeo o un ‘29°’ regime, che elimini gli ostacoli che si frappongono a un accesso transfrontaliero, possa rafforzare il mercato unico dei regimi pensionistici integrativi. Le eventuali modifiche dovrebbero garantire un efficace livello di protezione dei consumatori, migliorando al tempo stesso la copertura e l’adesione e un livello adeguato di sicurezza dei risparmi».
Quindi l’Eiopa (European and insurance occupational pensions authority, l’Autorità europea sui fondi pensione) ha aperto una consultazione, conclusa a ottobre, per la creazione di un prodotto pensionistico paneuropeo. Le conclusioni dell’authority arriveranno a febbraio 2016. Un fatto che Assogestioni ha commentato sul sito del Salone del Risparmio 2016, come «un vero e proprio prodotto di “terzo pilastro” adatto a qualunque risparmiatore» e ricorda che è la prima volta che, a livello comunitario, si parla dell’opportunità di creare un prodotto armonizzato per rispondere alle esigenze previdenziali dei risparmiatori. Ora occorrerà aspettare gli sviluppi, ma per i cittadini dell’Unione può essere una buona notizia, di quelle che non fanno tanto rumore, dall’Europa.