Opinione della Settimana

Dipendenti pubblici, entro fine anno l’opzione Tfr

Pubblica amministrazione Imc

(di Roberto E. Bagnoli – Iomiassicuro.it)

Ancora poche settimane a disposizione dei dipendenti pubblici che intendono aderire a un fondo complementare di categoria utilizzando la propria liquidazione. Il prossimo 31 dicembre scade il termine dell’opzione per il passaggio dal trattamento di fine servizio (Tfs) al trattamento di fine rapporto (Tfr). Vediamo meglio di cosa si tratta.

Disparità di trattamento. Per i lavoratori del pubblico impiego non vigono le stesse regole degli altri. Tutto questo crea una situazione di disparità per i dipendenti pubblici, il cui sistema pensionistico obbligatorio è stato ormai armonizzato con quello del settore privato. La previdenza integrativa è stata costituita prendendo a modello il settore dipendente privato e attribuendo un ruolo fondamentale al Trattamento di fine rapporto. Fin dall’inizio quest’impostazione ha trovato difficoltà di applicazione nell’ambito statale e parastatale, data la mancanza del Tfr e la difficoltà, comunque, per il bilancio pubblico, di trasferirlo ai fondi pensione nel caso di una trasformazione dei trattamenti di fine servizio in Tfr. Proprio per questo la riforma Dini del 1995 estese ai dipendenti pubblici il trattamento di fine rapporto. Le norme di estensione, tuttavia, non avevano efficacia diretta e immediata perché prevedevano successive disposizioni attuative di natura sia contrattuale. La situazione si è sbloccata solo alla fine del 1999 con un apposito accordo quadro tra Aran (l’agenzia di rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati, accordo successivamente modificato e recepito dal governo, in cui sono state stabilite le regole generali per la costituzione di fondi pensione nei vari comparti.

L’opzione. In attuazione dell’Accordo sopra citato, i dipendenti assunti dal primo gennaio 2001 sono in regime di Tfr. Sono invece in regime di Tfs (ex Inadel per l’indennità premio di servizio ed ex Enpas per l’indennità di buonuscita) i dipendenti assunti sino al 31 dicembre 2000, che possono appunto optare per il passaggio al Tfr (entro il prossimo 31 dicembre) attraverso l’adesione a un fondo complementare di categoria. L’opzione determina quindi la trasformazione del Tfs in Tfr, con effetto dalla data di sottoscrizione della domanda di adesione. Non è quindi possibile optare per il Tfr senza aderire al fondo e, viceversa, non si può aderire al fondo se non si esercita l’opzione per il Tfr. Conseguentemente all’adesione, pertanto, l’ex Inpdap (ora Inps) effettua il computo del Tfs maturato fino alla data di sottoscrizione dell’opzione, che si trasforma nel primo accantonamento di Tfr (il cosiddetto “zainetto”). Ora o mai più, dunque. I “vecchi” dipendenti che vogliono utilizzare la liquidazione, trascinandosi peraltro il contributo della propria amministrazione (solitamente pari all’1,5% dello stipendio), per poter riscuotere una pensione integrativa a fine carriera, dovranno dirlo entro la fine dell’anno.

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