(di Gloria Bertasi – Corriere del Veneto Venezia e Mestre)
Accordo tra Generali e Comune, a cui andranno sei milioni. Ci saranno attività culturali
Accordo fatto, il Comune ha trovato la quadratura del cerchio sulle Procuratie Vecchie con le Assicurazioni Generali e porta a casa sei milioni di euro (di beneficio pubblico). La delibera è stata approvata ieri sera dalla giunta e prevede che, dopo due anni di cantieri, si insedino negli uffici che un tempo ospitavano la sede centrale delle Generali, spazi per mostre e cultura, ricerca su ambiente e welfare e formazione professionale.
L’uso turistico o ricettivo è totalmente escluso come già era stato deciso nell’intesa del 7 marzo tra il commissario Vittorio Zappalorto e le Assicurazioni in cui era stata fissata una forbice tra i 3 e i 9 milioni di beneficio pubblico per l’amministrazione. «Non ci saranno alberghi, foresterie e nemmeno residenze — dice il sindaco Luigi Brugnaro — è un nuovo modo di concepire l’uso della città che porterà persone a lavorare a San Marco e, in prospettiva, potrebbe creare nuova occupazione». Alle Generali è stato concesso di aprire una caffetteria e un book shop per la vendita di cataloghi e oggetti legati all’attività che sarà programmata nelle Procuratie Vecchie. I contenuti dell’accordo non sono ancora pubblici ma è certo che il Comune otterrà per vent’anni gli spazi che già sta occupando. L’intesa di marzo è stata dunque ritoccata, in quell’accordo erano previsti trent’anni di utilizzo gratuito di 640 metri quadrati e le destinazioni d’uso per le Generali erano vincolanti, ossia era precisato nel dettaglio cosa l’amministrazione richiedeva negli ex uffici. Oggi invece è stato stabilito un più generico uso culturale per il 30 (e non più il 70) per cento delle Procuratie Vecchie. Prima delle elezioni, il commissario aveva fissato una serie di paletti molto rigidi e se rispettati avrebbero portato 3 milioni di euro nelle casse comunali. Se invece Generali avesse voluto ammorbidire le richieste del Comune, il beneficio pubblico sarebbe cresciuto fino a 9 nel caso in cui fosse stato accordato anche l’uso a foresteria dell’appartamento all’ultimo piano dei 152 metri di fabbrica, quasi tutti di proprietà di Generali che si è insediata nel lontano 1832 e ricostruiti dopo un incendio nel sedicesimo secolo.
Il sindaco ha ripreso in mano l’intesa e l’ha ritoccata in modo da portare più fondi per Ca’ Farsetti, mantenendo però il divieto a ricettivo e residenza. «Venezia e le Procuratie Vecchie fanno parte della Storia di Generali — commenta Philippe Donnet, amministratore delegato della società —. Siamo lieti di aver raggiunto questo accordo che ci permetterà di realizzare gli interventi necessari per dare nuovo impulso a questo edificio unico al mondo, a beneficio della città di Venezia, contribuendo a darle ancora più lustro a livello internazionale». Il sindaco Orsoni, ma anche il commissario, avrebbe voluto insediarvi la Fondazione Ermitage e la sede di rappresentanza di Emergency. Ora le scelte andranno riconsiderate.