(di Andra Pira – Milano Finanza)
La Circ allerta gli assicuratori sui rischi delle puntate sul mercato azionario. Secondo l’ente di vigilanza, investimenti sbagliati e volatilità possono intaccare gli indicatori di solvibilità. Faro anche sulle offerte di prodotti dai ritorni troppo elevati volti ad attrarre nuovi clienti
Gli investimenti in borsa delle assicurazioni cinesi preoccupano l’Autorità di vigilanza. Da novembre il corrispettivo locale dell’Ivass, la China Insurance Regulatory Commission, ha lanciato almeno sei avvisi alle compagnie. I timori dell’ente di controllo si concentrano sulla strategia aggressiva di investimenti a leva seguita dalle assicurazioni sui listini, che si sono lasciati alle spalle i crolli della scorsa estate e un periodo di forte volatilità. Come ha sottolineato il presidente dell’Authority, Xiang Junbo, il rischio è che vengano meno i requisiti di solvibilità in base alle nuove regole in vigore dal prossimo anno. «Il rischio di credito, gli errori neil’asset allocation e la volatilità del mercato pongono incertezza sul ritorno degli investimenti delle compagnie», gli ha fatto eco il numero due della Circ, Chen Wenhui. Negli ultimi sei mesi, le compagnie hanno investito in almeno 26 società quotate, stando ai dati raccolti da Sinolink Securities. L’ammontare complessivo è di 130 miliardi di yuan, scrive il Wall Street Journal, circa 18 miliardi di euro. D’altra parte lo scorso giugno era stata proprio la Circ ad autorizzare le compagnie a raddoppiarne i limiti all’investimento, con l’obiettivo di favorire il rally del mercato azionario. L’ultima operazione in ordine di tempo è l’accordo di lunedì 28 dicembre tra Picc Property and Casualty e Deutsche Bank sulla cessione per 25 miliardi di yuan del 19,99% che i tedeschi detenevano in Hua Xia Bank.
Il settore assicurativo cinese sta crescendo a un ritmo del 15% annuo, ossia a un tasso più che doppio rispetto all’espansione del prodotto interno lordo del Paese asiatico. Il mercato cinese è dominato da pochi colossi come China Taiping Insurance, China Life Insurance e Ping An Insurance, attorno ai quali si muovono società più piccole e aggressive. E sono proprio queste ultime che rischiano di rivelarsi meno strutturate e quindi più pericolose, come rivelato lo scorso 19 novembre da un’inchiesta di MF-Milano Finanza (cfr. “Cina, allarme bolla sulle polizze”, di Mariangela Pira, Milano Finanza, 19.11.2015). Per restare competitive, queste offrono infatti ritorni più alti sui prodotti Vita con il rischio che la qualità degli investimenti non sia adeguata. Per garantire i rendimenti offerti ai rispettivi clienti, sottolinea un analista di GF Securities citato dal China Daily, «le società comprano in modo massiccio titoli blue chip così da ottenere ritorni elevati e buoni dividendi». Operazioni, aggiunge, che possono rivelarsi pericolose senza un’adeguata liquidità. Tra le società nominate esplicitamente dalla stampa cinese c’è il gruppo Baoneng, che attraverso due controllate, di cui una è la compagnia Foresea Life, è diventata di recente primo azionista del colosso immobiliare Vanke, facendo scattare la reazione del management del principale gruppo real estate cinese, che giudica il socio poco credibile e tenta di bloccarne la scalata.
Dopo la crisi del mercato azionario tra giugno e agosto, la Cina sta rafforzando la vigilanza per scongiurare eventuali crisi legate agli eccessivi rischi assunti sulla finanza.
Martedì la People’s bank of China ha annunciato il lancio dal prossimo anno di un sistema di valutazione macroprudenziale sugli istituti di credito, che terrà in considerazione anche gli investimenti in obbligazioni e azioni fatti dalle banche. A sua volta l’ente regolatore sulle assicurazioni rafforzerà i controlli. Alle compagnie sarà richiesto di presentare in anticipo i rispettivi piani sui grandi programmi di investimento sul mercato azionario.