(di Piercarlo Fiumanò – Il Piccolo)
«Anno record per Banca Generali. La crisi del credito? Troppe sofferenze ma la bad bank di sistema non mi convince»
Banca Generali ha chiuso il 2015 con un risultato record. A dicembre la raccolta netta ha toccato il picco di 687 milioni di euro, portando il totale da inizio anno a 4,640 milardi, ampiamente oltre le stime. Aumenta in misura significativa anche la componente gestita che tocca nel mese un nuovo record storico a 657 milioni di euro, mentre il saldo da gennaio a dicembre tocca i 4,1 miliardi. «Dal 2011 abbiamo praticamente raddoppiato il volume degli asset che oggi sono pari a 41 miliardi», afferma l’amministratore delegato Piermario Motta (nella foto). Lo scenario dei mercati, nel frattempo, è cambiato. Motta mantiene prudenza nelle previsioni ma resta ottimista: «Ci sono tutte le condizioni per continuare a crescere».
Motta, come spiega questo finale in crescendo di Banca Generali in uno scenario di forti incognite e preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario?
L’ultimo trimestre ha registrato risultati senza precedenti per il grande impegno dei nostri consulenti e private banker che rispondono a una clientela molto sensibile ad interlocutori professionali e seri. Quest’anno abbiamo arruolato 124 nuovi promotori. É un risultato ottenuto con il lavoro di consulenza tradizionale e senza operazioni straordinarie.
Le prospettive per il 2016?
Siamo molto positivi anche se manteniamo una certa prudenza a causa della forte volatilità sui mercati. Per il 2016 puntiamo a un obiettivo minimo di 3 miliardi di raccolta.
Acquisizioni?
Siamo pronti a cogliere eventuali opportunità in particolare nel settore del private banking. Ci interessa poi ampliare il nostro raggio d’azione nel comparto delle fiduciarie che è diventato un fenomeno interessante da seguire.
Le sofferenze bancarie sono diventate un fenomeno endemico in Italia…
L’Italia ha purtroppo un primato negativo con sofferenze per 240 miliardi. pari al 14% del Pil, che per la prima volta dal 2014 non sono più compensate dagli spread sul credito. Un fenomeno preoccupante. Questo non è un problema di Banca Generali che ha una posizione di grande solidità non avendo praticamente sofferenze. Per le banche, alle prese col deterioramento della redditività nel credito è diventato importante il business del risparmio gestito.
Sembra stia tramontando l’ipotesi di una bad bank di sistema.
Una soluzione che non convince a fondo. Difficile pensare di far pagare ai contribuenti il costo dei crediti deteriorati.
Le recenti tempeste bancarie, anche a Nordest, hanno creato molta sfiducia…
Dopo la crisi di Lehman Brothers le principali banche italiane quotate avevano perso fra l’80 e il 90% del proprio valore. Il sistema finanziario mondiale aveva perso l’80%. Certe valutazioni di società non quotate e dai titoli illiquidi erano insostenibili operando nello stesso business. Non c’è solo un problema di educazione finanziaria ma precise responsabilità che alla fine hanno gravato sui risparmiatori.
Come devono agire i risparmiatori?
Bisogna fare attenzione agli indicatori patrimoniali e all’equilibrio degli attivi delle banche. Anche per questo cresce il ruolo del risparmio gestito. Banca Generali, fornisce una consulenza finanziaria sui portafogli per prendere le decisioni più accorte per diversificare e tutelarsi dal rischi.
I piani di autoriforma del sistema?
Sono importanti per migliorare la trasparenza e l’efficienza operativa. In questo momento si parla del progetto di autoriforma intorno al credito cooperativo cui il Governo vuole avanzare una propria proposta. In generale penso sia utile eliminare i conflitti di interesse e gli intrecci localistici. Ma complessivamente il quadro del sistema bancario italiano è indubbiamente sano.
Cosa si aspetta per quanto riguarda lo scenario economico nel 2016?
Le tensioni geo-politiche in Medio Oriente aprono incognite pesanti. Non penso invece che la Cina rappresenti un pericolo: è un mercato che si sta trasformando e deve gestire la crescita rilanciando i consumi interni. Sarà un processo lungo ma la Cina, un mercato sterminato con grandi risorse interne, riuscirà a fornire risposte concrete.
E l’Italia?
I segnali sono positivi. Siamo il terzo Paese per ricchezza privata delle famiglie che in larga maggioranza possiedono la casa di abitazione. Sarà difficile tornare alla crescita pre-crisi ma cambieranno le abitudini al risparmio visto che ora i rendimenti dei titoli di Stato sono ai minimi e la gente ha sempre più bisogno di essere guidata nella tutela dei propri risparmi. La ricchezza del Paese resta solida.
Banca Generali si focalizzerà anche sul real estate?
Analizziamo la sfera patrimoniale dei nostri clienti nel suo complesso, guardando anche all’universo degli immobili che sono asset che necessitano di un approccio professionale per comprenderne le garanzie al risparmio. Per questo lavoro su misura alle esigenze dei nostri clienti abbiamo sviluppato una nuova piattaforma di personal advisor che sarà rilasciata nel corso dell’anno.