(di Federica Pezzatti – Plus24)
Un agente Allianz che propone a un proprio cliente una polizza del gruppo Generali, o viceversa. Questo è quanto potrebbe succedere dopo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra l’Associazione degli agenti Allianz (Aaa) e il Gruppo agenti Toro (Gaat) che fa parte della galassia del Leone.
Un agreement che nel mondo degli agenti assicurativi, visti i protagonisti, assume una valenza simbolica più che pratica. Non c’è nulla di strano dal punto di vista formale visto che esiste una legge (la 121) che dal 2012 ha reso possibile realizzare collaborazioni tra intermediari assicurativi (agenti, broker e altre figure professionali iscritte). Tuttavia per ora le collaborazioni sono soprattutto complementari. Secondo un’indagine di Innovation Team, il 56,4% delle agenzie italiane ha attuato nell’ultimo anno collaborazioni con uno o più intermediari. In particolare, le collaborazioni con altre agenzie (A con A) riguardano il 31,3%. Per il 61% degli agenti che collaborano la finalità principale è sopperire alle mancanze della compagnia in alcune aree di offerta specialistiche. «Ciò è confermato dal fatto che l’85% dichiara di utilizzare le collaborazioni sui rischi professionali e il 50% sulle cauzioni e credito», precisa Fabio Orsi di Innovation Team.
L’accordo è una novità in questo panorama, perché finora si trattava di collaborazioni per completare la gamma. In questo caso le due offerte sono vastissime e coprono tutti i rischi, quindi prevale l’aspetto “simbolico”. O politico strategico soprattutto in un mondo che va sempre più verso la digitalizzazione. Anche se i protagonisti minimizzano. «Abbiamo utilizzato una legge che esiste e che consente di sfruttare delle opportunità di business incrociando i prodotti – spiega Roberto Salvi, presidente Gaat –. L’accordo quadro concluso è corredato da strumenti operativi generali che rimandano ad accordi individuali sul territorio». E del resto, secondo i protagonisti, ci potrebbero essere anche dei vantaggi per le compagnie che per ora non possono fare altro che buon viso al “nuovo” gioco voluto dal legislatore.