Opinione della Settimana

Federmeccanica punta su welfare e sanità integrativa

Welfare - Integrazione - Collaborazione (2) Imc(di Giorgio Pogliotti – Il Sole 24 Ore)

Relazioni sindacali, ieri un tavolo tecnico. Gli imprenditori propongono di estendere le prestazioni integrative a tutti i lavoratori girando alle imprese il versamento al Fondo

Welfare, sanità integrativa e previdenza complementare: su questi tre temi ieri si è svolto un approfondimento tecnico tra Federmeccanica-Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, nell’ambito degli incontri che si stanno svolgendo in Confindustria per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici 2016-2018.

La riunione convocata in ristretta ha avuto al centro la proposta di Federmeccanica di estendere la sanità integrativa a tutti i dipendenti (rispetto alla platea attuale di circa il 10%), azzerando il contributo dei lavoratori a Metasalute con contributi versati interamente dalle imprese, offrendo prestazioni anche ai loro familiari con un valore di mercato superiore a 700 euro l’anno, che spaziano dalle cure odontoiatriche alle visite specialistiche. Quanto alla previdenza complementare, la piattaforma di Federmeccanica propone di aumentare la contribuzione a carico dell’azienda fino al 2% (attualmente è all’1,6%), superando così il principio della pariteticità dei versamenti tra azienda e lavoratore. «Per la previdenza complementare in vent’anni il contributo aziendale è salito dall’1% all’1,6% – ha spiegato il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, noi proponiamo di portarlo al 2%. In sostanza in un’unica tornata contrattuale si farebbe grosso modo quanto fatto in 20 anni». Altro tema, il welfare inteso come tutela sociale, con le politiche attive che prevedano il coinvolgimento delle parti sociali, attraverso la bilateralità. «Con la formazione – ha aggiunto Franchi – si può favorire la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori per aumentarne l’occupabilità nei processi di ristrutturazione. Le parti bilaterlamente possono capire meglio quali sono i fabbisogni sui territori ed intervenire in modo più efficace».

A fronte di queste disponibilità, la piattaforma di Federmeccanica prevede di istituire un salario minimo di garanzia, da rivalutare annualmente ex post, garantendo gli aumenti ai soli lavoratori che sono sotto questa fascia, con l’obiettivo di assicurare l’adeguamento al costo della vita. Su questo punto, tuttavia, i sindacati sono contrari, perché l’aumento riguarderebbe solo il 5% dei lavoratori, mentre nelle due piattaforme distinte – la Fiom da una parte, e Fim e Uilm dall’altra – chiedono incrementi economici per tutti.

Sui temi affrontati ieri al tavolo negoziale le posizioni tra le parti sono più vicine. La Fiom ha sottolineato che sanità integrativa e previdenza complementare hanno «costi contrattuali che devono essere affrontati con la discussione sul salario che deve prevedere l’incremento dei minimi contrattuali». Per Marco Bentivogli (Fim) «abbiamo registrato convergenze importanti con la nostra piattaforma», la «visione integrale sul welfare è innovativa, l’ipotesi sulla sanità integrativa ci consentirebbe di costruire il più grande fondo del Paese», è «ora di mettere nero su bianco queste proposte». Anche Rocco Palombella (Uilm) sottolinea che «sull’assistenza sanitaria integrativa e la previdenza complementare abbiamo riscontrato più punti di contatto che distanze».

I sindacati hanno chiesto di estendere anche alle «famiglie di fatto», comprese quelle omosessuali, una copertura sanitaria integrativa a costo zero per i lavoratori: «Non entriamo nel merito etico della questione – ha risposto Franchi – ma il nostro sistema prevede l’estensione della copertura sanitaria solo al nucleo familiare fiscalmente a carico». Il prossimo appuntamento è in programma il 10 febbraio ed ha per oggetto la formazione, la salute e la sicurezza.

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