Secondo la ricerca della società leader a livello globale nel settore della consulenza e del brokeraggio, le retribuzioni d’ingresso dei lavoratori italiani sono le più basse d’Europa. La Svizzera mantiene la prima posizione; il Regno Unito scala la classifica per quanto riguarda i middle manager
Secondo l’indagine “Global 50 Remuneration Planning Report” di Willis Towers Watson, a livello europeo l’Italia rimane nelle ultime posizioni della classifica media delle retribuzioni. La ricerca, che confronta 15 economie del vecchio continente, vede il nostro Paese rimanere, come lo scorso anno, all’ultima posizione per quanto riguarda i salari d’ingresso con una media di circa 27.000 Euro. L’Italia guadagna, invece, una posizione per quanto riguarda le retribuzioni dei middle manager, posizionandosi all’11° posto con una media che sfiora i 71.000 Euro, seguita da Francia, Svezia, Finlandia e Spagna.
Rispetto al 2015, il Regno Unito è il paese che ha registrato il progresso più forte piazzandosi al 4° posto per quanto riguarda i middle management e al 12° per gli entry level (nel 2014 era rispettivamente al 7° e al 13° posto).
Secondo l’indagine della società leader a livello globale nel settore della consulenza e del brokeraggio, l’Italia, oltre ad essere il paese meno competitivo per le retribuzioni tipicamente offerte ai neo-laureati, è piuttosto staccato rispetto dal penultimo posto (-12% rispetto alla Spagna) ed ancora di più dal “centro classifica” (-47% rispetto all’Olanda). La situazione del nostro Paese migliora per i Middle Managers, dove la distanza rispetto all’Olanda è circa del 15%.
L’indagine, considerando il peso fiscale e il costo della vita, fornisce inoltre previsioni sul “potere d’acquisto” dei lavoratori in ogni paese preso in esame: i salari per i neo assunti britannici diventano più competitivi, grazie soprattutto a un carico fiscale inferiore. Gli impiegati svizzeri si attestano in cima alla classifica per quanto riguarda tutti i livelli professionali con salari più alti del 20% rispetto persino al secondo classificato. Come risultato, anche considerando tasse e costo della vita, i lavoratori svizzeri beneficiano ancora di un potere d’acquisto più alto rispetto agli altri europei.
Fonte: Willis Towers Watson Global 50 Report
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