(di Massimiliano Peggio – La Stampa Torino)
Indagine della Digos: si segue la pista anarcoinsurrezionalista. La società assicurativa inserita in un elenco di aziende fornitrici dello Stato per la gestione dei Cie
La busta gialla, senza mittente, è rimasta un giorno nel cassetto della posta. Rimpallata dal vecchio indirizzo della società assicurativa, in via Vittorio Alfieri 6, ai nuovi uffici di via Bogino, sotto il Circolo dei Lettori, la busta è stata aperta venerdì pomeriggio, dalla titolare dell’agenzia. La donna, come ha sollevato il lembo di carta, ha visto spuntare dei fili e l’ha gettata a terra, allontanandosi terrorizzata. Lo strappo, per puro caso, non ha innescato il circuito elettrico rudimentale, collegato ad una piccola batteria. Dentro, una manciata di polvere pirica capace di provocare una violenta fiammata, in grado di «provocare gravi conseguenze». Sul caso indaga la Digos. La pista seguita è quella anarchica.
Tre lettere
È stata recapitata negli uffici dell’agenzia assicurativa Morello, gruppo Generali, già ex Ina Assitalia, una delle tre lettere «esplosive» inviate giovedì scorso, nella stessa giornata, in tre società italiane, accusate dai gruppi anarcoinsurrezionalisti di essere «coinvolte nel business» dei centri di identificazione ed espulsione. Le altre due sono state spedite a Bari. La busta di Torino è stata fatta brillare dagli artificieri dei carabinieri: il quantitativo di esplosivo è stato valutato in venti grammi. L’innesco era costituito da una batteria, collegata ad una lampadina a bassissimo voltaggio. È stata probabilmente la rottura della lampadina, durante il recapito, a mettere fuori uso il sistema di innesco.
La busta, ritengono gli investigatori, è stata spedita direttamente in città, per evitare il controllo degli scanner del centro di smistamento postale. Una volontà mirata a provocare ferite, anche gravi agli arti: la fiammata, all’interno di un piccolo ufficio, avrebbe potuto ampliarne l’effetto.
La strategia di lotta
Ci sarebbe una strategia precisa dietro a questo «attacco», anche se il gruppo assicurativo che ha inglobato gli asset dell’Ina Assitalia, da sempre assicurazione di riferimento per le forze dell’ordine, non ha attualmente relazioni con il Cie. Il nome dell’agenzia, una delle più importanti della città, compare in un documento di lotta diffuso un anno fa dai siti anarcoinsurrezionalisti, sotto il titolo «I Cieli Bruciano». Di fatto un’invettiva contro ditte e società fornitrici di servizi e attrezzature per il funzionamento dei Cie e della complessa macchina della gestione dei clandestini. A molte di queste società, inserite nella black list, sono già state recapitate buste «esplosive». Anche quelle spedite nello stesso giorno contenevano 20 grammi di polvere pirica, quasi una firma, come se ci fosse un’unica regia di lotta.