(di Cristina Casadei – Il Sole 24 Ore)
L’accordo del dicembre 2014 fissa il primo aprile come termine per raggiungere un’intesa. Parti ancora distanti sull’armonizzazione, decisivo il prossimo incontro
A Bologna entra nel vivo il negoziato per l’armonizzazione degli integrativi ex Unipol ed ex Fonsai. In questi giorni il direttore risorse umane e organizzazione di UnipolSai, Giuseppe Santella, incontrerà i sindacati per capire se il lavoro svolto dalle diplomazie porta velocemente verso la sintesi auspicata innanzitutto dall’azienda. L’accordo del 29 dicembre del 2014 che prevedeva 321 uscite e 150 assunzioni, passato alla storia come quello che ha spaccato il tavolo negoziale tra i confederali – Fisac-Cgil, First-Cisl e Uilca-Uil – che hanno firmato, da un lato, e gli autonomi – Fna e Snfia – che invece non hanno firmato dall’altro, aveva indicato anche un termine per trovare una sintesi tra gli integrativi presenti in azienda dopo la fusione. E cioè quello ex Unipol e quello ex Fonsai. La data indicata nell’accordo per raggiungere un accordo di armonizzazione era il primo aprile. Una data che i sindacati, dalla Fisac fino ad arrivare allo Snfia non sentono affatto come una spada di Damocle. Non se ne fa una questione di tempo all’interno della delegazione sindacale, ma di qualità. L’azienda ha però spiegato più volte al sindacato che la questione non può essere trascinata fino alle calende greche.
L’equilibrio non è facile, soprattutto perché i due integrativi hanno pesi molto diversi, uno, quello ex-Unipol sarebbe più leggero, l’altro, quello ex-Fonsai sarebbe invece più pesante. I lavoratori interessati sono circa 10mila, suddivisi in maniera abbastanza equilibrata, 5mila ex-Unipol e 5mila ex-Fonsai. La richiesta dei sindacati va verso un’armonizzazione verso l’alto, mentre quella dell’azienda va in direzione esattamente opposta, ossia verso il basso. E a guardare bene la storia non si può certamente prescindere dal fatto che Unipol acquisì e Fonsai fu acquisita. Se i sindacati non potranno non tenere conto del fatto che la spina dorsale del nuovo maxi integrativo che riguarderà 10mila persone sarà il Cia ex Unipol, l’azienda pero non potrà ignorare la storia, sedendosi al tavolo negoziale. Nel Cia ex Fonsai ci sono elementi che potrebbero portare al nuovo contratto molto valore aggiunto, secondo i sindacati. Ma anche costi per l’azienda. La piattaforma dei sindacati cerca di armonizzare i due Cia sui diversi terni che vanno dall’assistenza sanitaria integrativa fino alla previdenza e all’area contrattuale. Ma si tratta di un’armonizzazione che tende verso l’alto.
Le prossime saranno settimane decisive per provare ad arrivare a un’intesa in tempi rapidi. Senza tralasciare il valore politico di un’eventuale intesa che porti la firma unitaria in questo momento in UnipolSai. Il tavolo sindacale aziendale appare riunificato e un eventuale accordo potrebbe pesare anche a livello nazionale dove il negoziato con Ania per il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli assicurativi sta attraversando un momento di stallo. I sindacati stanno facendo le assemblee dei lavoratori che termineranno la prossima settimana e stanno chiedendo un mandato per le azioni da intraprendere nel caso in cui il negoziato con Ania non decolli. Il decollo dell’integrativo di UnipolSai non passerebbe inosservato a livello nazionale. Per tante ragioni su cui le diplomazie sono al lavoro.