(di Stefano Righi – Corriere Economia)
E rimaniamo estremamente solidi
Giovan Battista Mazzucchelli (nella foto) è l’amministratore delegato di Cattolica di Assicurazione da nove anni. Sabato prossimo il rinnovo del suo mandato sarà sottoposto alla verifica più severa.
Mazzucchelli, chiedete l’approvazione di un bilancio difficile.
«È stato un anno difficile. Ma in questo contesto abbiamo superato nettamente i target fissati dal piano triennale: 61 milioni di utile netto. Nonostante alcuni fatti inattesi».
Avete dovuto svalutare partecipazioni per 114 milioni.
«La vicenda della Banca Popolare di Vicenza ci ha spiazzato. Abbiamo svalutato per 8 milioni le quote in Veneto Banca, per 48 milioni in Popolare di Vicenza e per una cifra uguale in Cassa di Risparmio di San Miniato. Non ce lo aspettavamo».
Nonostante questo proponete la distribuzione di un dividendo importante: 35 centesimi di euro. Un monte dividendi di 61 milioni, uguale all’utile del gruppo, superiore ai 44 milioni realizzati dalla sola capogruppo.
«La cedola, per 20 centesimi, ovvero 35 milioni, deriva dall’utile di periodo e per 15 centesimi, ovvero 26 milioni, dalla riserva utili».
Ma questo non contrasta con le raccomandazioni dell’Ivass che invita, anche alla luce di Solvency II, ad adottare politiche improntate alla massima prudenza nella distribuzione dei dividendi?
«Abbiamo ritenuto opportuno mantenere gli impegni con gli azionisti. È comunque una manovra assolutamente sostenibile. Cattolica di Assicurazione ha un margine di solvibilità doppio del richiesto».
Avete dovuto vendere partecipazioni per 53 milioni di euro.
«La Banca di Valle Camonica, Mapfre Re e Europ Assistance non erano strategiche».
Parteciperete agli aumenti di Pop Vicenza e Veneto Banca?
«Non sottoscriveremo Veneto Banca e su Vicenza ci stiamo pensando. Vediamo come sarà disegnata l’operazione».
In assemblea troverete una lista alternativa. Preoccupato?
«Siamo una cooperativa. È normale. Forse sarà un confronto più acceso di altre volte. Ma è del tutto normale».