Secondo quanto afferma il rapporto OsservaSalute dell’Università Cattolica, l’aspettativa di vita degli italiani ha registrato un lieve calo. Si tratta di un fenomeno nuovo (nella storia d’Italia è la prima volta che avviene), legato in modo particolare ad una riduzione della prevenzione.
“Il rapporto ha bocciato l’Italia che è agli ultimi posti della classifica europea con il 4,1% della spesa sanitaria destinata alla prevenzione – commenta i risultati Marco Vecchietti, consigliere delegato di RBM Salute, prima compagnia assicurativa nel ramo salute –. E anche per quanto riguarda la spesa pro-capite per tutta l’assistenza sanitaria siamo fanalino di coda con 1.817 euro a testa. È evidente che serve davvero un cambio culturale. Se non si investe sulla prevenzione i risparmi di oggi rischiano di pregiudicare la stabilità futura del sistema e la qualità stessa delle cure”.
Dai dati emersi dal rapporto viene confermato lo stretto legame tra riduzione della longevità e prevenzione: nel 2015 la speranza di vita è stata pari ad 80,1 anni per gli uomini ed a 84,7 anni per le donne. Nel 2014 era invece di 80,3 anni per gli uomini e 85 anni per le donne.
“Si tratta di una percentuale contenuta di per sè – spiega Vecchietti – ma quello che deve richiamare la nostra attenzione è il trend sottostante al fenomeno. Se consideriamo anche i recenti dati Istat relative alla rinuncia alle cure da parte di oltre il 41% delle famiglie italiane, causa di ticket troppo cari e liste d’attesa infinite, appare chiaro che prospetticamente il tema non è solo di natura economica ma anche di effettiva accessibilità alle cure da parte dei cittadini. Anche per questo parlare di prevenzione è diventato oramai una priorità per tutti come, del resto, iniziare ad ampliare le fonti di finanziamento della spesa sanitaria incentivando i cittadini a dotarsi di polizze sanitarie che possano garantire un’integrazione ai percorsi di cura garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale”.
Proprio in questa direzione va la strategia della compagnia assicurativa: “Dal punto di vista della sanità integrativa – chiarisce il consigliere delegato di RBM Salute – di solito si tende a intervenire per supportare l’iscritto sulle spese importanti. Noi abbiamo promosso progetti di prevenzione che hanno avuto riscontri estremamente positivi, soprattutto nel medio-lungo periodo: si pensi che sono stati effettuati circa 70.000 controlli degli arti inferiori ed oltre 47.000 pacchetti prevenzione tra controlli cardiovascolari, del metabolismo, odontoiatrici ed oculistici. Queste sono solo una minima parte delle attività di prevenzione che la Compagnia promuove nel corso dell’anno. Intervenendo sulle prime due voci di spesa sanitaria privata delle famiglie italiane (visite specialistiche e prestazioni odontoiatriche) che, in base alle elaborazioni dell’Osservatorio sui Consumi Privati dello SDA Bocconi, sono integralmente pagate dai cittadini, rispettivamente, nel 65% e nel 93% dei casi”.
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