Pubblicato il Secondo Quaderno di Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare. I cambiamenti demografici e il mutamento delle strutture familiari hanno messo in discussione la “capacità di welfare” delle famiglie, sinora il principale ammortizzatore sociale. L’allungamento dell’aspettativa di vita amplia la schiera di generazioni “sandwich”, che da un lato devono prendersi cura dei propri figli, dall’altro assistere genitori anziani e non autosufficienti. La spesa pubblica per long term care ammonta all’1,9% del Pil: circa i due terzi sono erogati a soggetti con più di 65 anni, il 90% è costituito in parti praticamente uguali da spesa sanitaria e indennità di accompagnamento
“Può il welfare costituire un motore per l’economia?”: per rispondere a questo interrogativo e stimolare il relativo dibattito, Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare, e con il sostegno di AON e DLA Piper, hanno realizzato un Quaderno di approfondimento che riprende e sviluppa i contenuti del workshop “Il Welfare come motore dell’economia: domiciliarità e servizi alla persona”, che si è tenuto lo scorso 12 maggio a Napoli in occasione della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro.
La risposta, indicano Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, è affermativa, “a condizione che si uniscano gli sforzi in un “welfare mix” che veda il contributo di Stato, parti sociali e terzo settore al rinnovamento e alla modernizzazione dei sistemi di assistenza”. Secondo i curatori del Quaerno, l’implementazione di nuove e più attuali politiche di welfare gioverebbe ifatti sia alle aziende, “che andando incontro alle esigenze dei dipendenti possono incrementare la produttività”, sia allo Stato, “che oltre a contenere le spese sanitarie e di welfare pubblico avrebbe ricadute positive sull’occupazione, anche attraverso il potenziamento delle strutture del terzo settore”.
Nonostante allo stato attuale ci sia ancora molto da fare, come sottolinea Franca Maino (direttrice del Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare) “il welfare in azienda può creare un circolo virtuoso fra benessere dei lavoratori e maggiore produttività”, ed essere visto come un vero e proprio investimento. Anche in Italia, “da un’idea di assistenza percepita come “dono”, si va progressivamente verso una concezione più moderna, che vede il welfare aziendale meritevole di condivisione paritetica tra le parti per una crescita economica condivisa”.
L’ultima legge di Stabilità, rilevano i curatori del Quaderno, definendo la nuova disciplina del premio del risultato e modificando la relativa normativa fiscale, consente di superare il limite della volontarietà, ampliare il paniere dei servizi contemplati (in particolare per la cura dell’infanzia e la non autosufficienza) e favorire lo sviluppo di nuovi strumenti che possano facilitare la diffusione del welfare anche tra le piccole e medie imprese.
Da Tiziana Tafaro (Studio Attuariale Orrù & Associati) sono fornite nel Quaderno indicazioni concrete sulla compatibilità e sui vantaggi dell’utilizzo di parte del premio di produttività per la realizzazione di una copertura di non autosufficienza anche dopo il pensionamento, consentendo altresì il finanziamento ai fondi pensione. Come tuttavia evidenziato da Alessandro Bugli (Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali), Lorenzo Malagola (responsabile Italia Institutional Relations Edenred) e Gabriele Fava (presidente dello Studio Legale Fava e Associati), la nuova regolamentazione “calza” bene per le imprese con oltre 15 dipendenti, mentre restano al palo le microimprese (il 95% del totale) a causa dell’assenza di rappresentanti sindacali e della difficoltà di confezionare i voucher in maniera coerente con i desiderata dei singoli datori e lavoratori. A questa lacuna – segnalano – occorrerà porre rimedio, “altrimenti quasi la metà dei dipendenti verrebbe esclusa dai benefici”.
Per ottimizzare l’utilizzo del welfare aziendale Claudio Pinna (responsabile Italia Divisione Consulenziale AON) propone un metodo per definire la tipologia delle prestazioni preferite da dipendenti e per la gestione e il monitoraggio delle forme di welfare, evidenziando l’importanza di un corretto modello di governance che consenta di individuare, in maniera chiara, attribuzione di ruoli e responsabilità dei vari fornitori di servizi coinvolti. Come sottolineato da Giulio de Caprariis (vice direttore area Lavoro e Welfare Confindustria), infine, una delle priorità del welfare aziendale dovrebbe essere quella di incentivare l’offerta di lavoro femminile, alleggerendo le famiglie dallo svolgimento dei compiti di cura domestica, attraverso il rafforzamento dei servizi per l’infanzia e per la long term care.
Completano il Quaderno alcune case history: Giovanni Valerio (consigliere di amministrazione ENPAPI) illustra la nuova figura dell’“infermiere di famiglia” quale punto di riferimento per assicurare la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare che ambulatoriale e per la promozione di adeguati stili di vita. Daniela Castagno (responsabile Iniziative Speciali Fondazione con il Sud) sottolinea l’opportunità di perfezionare, in sinergia con le istituzioni, il welfare di prossimità come sistema aperto capace di ottimizzare risorse e qualità della vita tramite nuove forme di scambio e collaborazioni. Luca del Vecchio (vicepresidente FASI) rivendica il possibile ruolo-chiave dei fondi sanitari quali erogatori di servizi, e illustra un nuovo progetto per promuovere un modello solidaristico di introduzione del welfare sanitario all’interno di aziende che ancora non dispongono delle risorse per utilizzare questi strumenti. Placido Putzolu (presidente FIMIV) sostiene le potenzialità di un fondo territoriale aperto, a base associativa e a gestione mutualistica, per la definizione di proposte di integrazione economica a sostegno dell’assistenza domiciliare sanitaria e sociosanitaria che si avvalgano delle sinergie fra le società di mutuo soccorso sanitarie e le cooperative sociali.
Intermedia Channel
Secondo Quaderno di approfondimento 2016: Welfare aziendale e servizi alla persona come motore dell’economia (a cura di Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, in collaborazione con il Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare)