Insieme a Canada e Stati Uniti, la Penisola ha l’incremento maggiore di polizze digitali, calcolate sui modelli di utilizzo e gli stili di guida dell’auto
Automobili connesse, scatole nere dentro l’abitacolo che raccolgono e inviano dati in tempo reale, polizze che cambiano natura sposando i paradigmi della rivoluzione digitale e della logica del “pay per use”. Anche il mondo delle assicurazioni sta prendendo le dovute misure agli effetti generati dalla pervasività delle nuove tecnologie e il dato che vede la diffusione delle polizze telematiche essere in forte accelerazione in Europa ne è un’evidente conferma.
Le polizze “digitali” attivate sul mercato europeo sono arrivate infatti a quota 5,3 milioni nell’ultimo trimestre del 2015 e dovrebbero superare il tetto dei 25 milioni su base annua entro il 2020, in virtù di tasso di crescita composito del 37,2%. Lo dice un recente studio di Berg Insight, che ribadisce come la tendenza a installare a bordo dei veicoli le cosiddette “black box” sia una pratica oramai consolidata e in forte incremento negli anni a venire. Ancora più marcata è l’evoluzione di questo mercato in Nord America, dove il numero di contratti assicurativi definiti in forma telematica salirà a un ritmo del 45,8% all’anno passando dai 6,3 milioni degli ultimi tre mesi dell’anno passato alle previste oltre 42 milioni fra quattro anni.
Nell’analizzare il fenomeno, gli analisti di Berg Insight hanno doverosamente evidenziato le diverse caratteristiche del mercato europeo e di quello americano: il primo è dominato da soluzioni legate ai dispositivi telematici (le scatole nere montate post acquisto dell’auto), il secondo registra la superiore popolarità delle soluzioni basate su smartphone (e app mobili) e dei terminali per la diagnostica di bordo (Obd) che si auto-installano.
A giocarsi i favori e la fedeltà degli utenti nel campo dell’insurance telematics sono molti dei grandi nomi del mondo assicurativo (Progressive, UnipolSai, State Farm, Allstate, Generali, Allianz, Intact e Insure The Box) e di pari passo fornitori di soluzioni tecnologiche come Octo Telematics o Vodafone Automotive. Un ruolo sempre più attivo in questo ecosistema lo stanno quindi assumendo sia i produttori automobilistici (e i nomi citati nello studio sono quelli di General Motors, Ford, Renault-Nissan, Bmw, Daimler e Fiat) sia gli operatori di telecomunicazione, a loro volta provider di soluzioni assicurative telematiche. Lo scenario è quanto mai dinamico e per una volta l’Italia, a detta di Berg Insight almeno, non si trova in fondo alla classifica. La Penisola, infatti, è con Canada e Stati Uniti il Paese che ha registrato l’incremento più significativo nell’utilizzo di polizze digitali nel corso del 2015 per quanto l’offerta di contratti di questo tipo e sia presente in tutte le principali nazioni europee, Regno Unito e Germania in testa.
La tendenza che accomuna tutto l’ecosistema, al di qua e al di là dell’Oceano, vede la sempre più diffusa disponibilità di polizze con prezzi diversi in base al modello di utilizzo dell’auto e agli stili di guida e l’offerta di servizi a valore aggiunto. Tecnicamente sono chiamate polizze “Pay as You Drive”, si rivolgono sia all’utente privato che ai gestori di flotte aziendali (che possono diminuire i rischi e le richieste di risarcimento per la loro flotta, riducendo quindi i costi assicurativi) e in Italia sono in circolazione da diversi anni. Le scatole nere per anni vessate dagli scettici come strumenti di violazione della privacy sono in realtà oggetti intelligenti per raccogliere “input” funzionali allo sviluppo di servizi aggiuntivi per il consumatore finale. Accedendo ai dati completi delle vetture circolanti grazie ai sensori e alle centraline telematiche, le compagnie assicurative sono in grado cioè di calcolare al meglio i profili di rischio personali e, di conseguenza, proporre soluzioni più interessanti sotto il profilo economiche. E se oggi l’apprezzamento dei clienti è legato soprattutto allo sconto sulla polizza dell’automobile, nell’immediato futuro queste opzioni entreranno anche nelle case per tenere sotto controllo gli apparati dell’abitazione e si porteranno al polso sotto forma di braccialetto con giroscopio capace di monitorare i parametri della persona. In termini generali, insomma, la polizza assicurativa tenderà a svincolarsi dalla logica del solo prezzo per prendere in considerazione quello del servizio.
In questa evoluzione, ovviamente, le tecnologie giocano un ruolo determinante. Al vaglio degli operatori vi sono infatti scatole nere intelligenti in grado di gestire non solo l’auto ma anche tutti gli apparecchi di domotica della casa e tutti i dispositivi smart del singolo utente. Per generare valore con i dati raccolti dai sensori c’è invece chi già sfrutta analytics innovativi e avanzati sistemi di “ascolto” dei dati che vanno oltre la tradizionale tecnologia di business intelligence e che originano correlazioni impensabili da pianificare prima della raccolta dei dati stessi. Dentro i sensori e le black box, insomma, così come nelle app mobili, viaggiano capacità di profilazione dell’utente tali da generare modelli di rischio più precisi e servizi “add on” impesabili per una polizza analogica tradizionale.