Opinione della Settimana

I Priips? Un guaio per il Vita

Analisi - Investimenti (2) Imc

(di Federica Pezzatti – Plus24)

Entro fine anno bisogna adeguarsi ma molti aspetti non sono chiari. Le polizze potrebbero essere penalizzate

Più trasparenza per i consumatori e più confrontabilità tra i prodotti. È questo l’obiettivo che ha spinto l’Europa a dotarsi di nuovi documenti informativi per i prodotti d’investimento e assicurativi preassemblati i cosiddetti Priip. Tuttavia, l’iter che porterà all’introduzione delle nuove regole, che dovrebbero valere dall’inizio del prossimo anno appare in salita per l’industria. Secondo molti osservatori il rischio che si corre è quello di una maggiore confusione. A nulla sono valse le proteste delle associazioni di categoria che hanno in più sedi chiesto, tra l’altro, di spostare la data di partenza, tenendo conto che sono necessarie anche norme di trasposizione nazionale.

A questo proposito, in Italia, è anche atteso, entro il 15 agosto, un decreto attuativo del Mef che dovrà definire l’attribuzione delle competenze sui Priips assicurativi tra le Authority nazionali. Oggi la Consob è già responsabile dell’informativa per le polizze finanziarie (ramo III e V), mentre l’Ivass per il ramo primo. Secondo molti è probabile che la competenza Consob venga estesa a tutti i Prips assicurativi. Ma non si escludono soluzioni alternative.

Chi partecipa agli aggiornamenti in sede europea rileva che Sgr e assicurazioni sono molto preoccupate dell’imminenza dell’introduzione dei nuovi documenti. Pare siano piovute ben 900 domande di chiarimento in sede europea, e che molte non abbiano ottenuto risposta. In questo contesto ancora incerto è difficile mettere a punto i Kid, ossia quei documenti sintetici che dovranno anche interfacciarsi e coordinarsi con l’informativa esistente (nota informativa per le polizze).

Insomma,il primo gennaio 2017 pare troppo vicino. Non solo. Ci sono anche altre novità che, come segnalato dal presidente dell’Ivass Salvatore Rossi, rischiano di ingenerare discriminazioni tra prodotti assicurativi e non. Con il paradosso di fare apparire più rischiosi, o più cari, alcuni prodotti con maggiori garanzie o che coprono dai rischi biometrici. Dello stesso tenore anche l’appello del presidente Ania Maria Bianca Farina che ha avvertito: «è cruciale che le misure di secondo livello tengano conto della normativa quadro e delle specificità del settore assicurativo, in particolare per quanto riguarda la metodologia di confronto dei costi e degli indicatori di rischio. In caso contrario, potrebbero generare pesanti costi amministrativi, produrre distorsioni di concorrenza a svantaggio dell’offerta assicurativa, creare confusione nei consumatori».

Il tema vale in particolare per il cosiddetto rischio di credito delle compagnie, per valutare il quale il nuovo Kid prevede che si usi il rating delle agenzie. Molte compagnie di dimensioni medio piccole non hanno rating e verrebbe dunque attribuito loro un rischio di tre (su una scala che va da uno a sette) anche per quanto riguarda i prodotti garantiti offerti. Forse la questione verrà risolta grazie al fatto di assolvere ad alcuni altri requisiti che potrebbero fare scendere il rischio. Inoltre, il Kid dovrà essere rivisto ogni volta che uno solo degli indicatori dovesse mutare. Proprio per assolvere anche a questo compito si sta pensando di istituire un flusso informativo costante tra Insurance Europe (l’associazione europea delle compagnie assicurative) e l’Efama (l’Assogestioni europea).

Per le compagnie ci sono poi problemi legati all’inserimento delle coperture di puro rischio (caso morte o altro) tra i costi che pesano sulla performance finanziaria. Una decisione che appare molto discriminatoria. Le assicurazioni dovranno poi fornire anche uno scenario assicurativo che si aggiunge agli altri. Inoltre laddove utilizzino fondi comuni di terzi, esse diventano responsabili delle informazioni date da queste controparti. Insomma in assenza di tempo, sono prevedibili impatti sull’offerta e si corre addirittura il rischio di dover sospendere la vendita di alcune polizze complesse, come le multiramo.

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